martedì 8 febbraio

di | 7 Febbraio 2022

Martedì 8 febbraio ’22 – Gen. 19,1-29

I due angeli arrivarono a Sòdoma sul far della sera, mentre Lot stava seduto alla porta di Sòdoma. Non appena li ebbe visti, Lot si alzò, andò loro incontro e si prostrò con la faccia a terra. 2E disse: “Miei signori, venite in casa del vostro servo: vi passerete la notte, vi laverete i piedi e poi, domattina, per tempo, ve ne andrete per la vostra strada”. Quelli risposero: “No, passeremo la notte sulla piazza”. 3Ma egli insistette tanto che vennero da lui ed entrarono nella sua casa. Egli preparò per loro un banchetto, fece cuocere pani azzimi e così mangiarono. 4Non si erano ancora coricati, quand’ecco gli uomini della città, cioè gli abitanti di Sòdoma, si affollarono attorno alla casa, giovani e vecchi, tutto il popolo al completo. Chiamarono Lot e gli dissero: “Dove sono quegli uomini che sono entrati da te questa notte? Falli uscire da noi, perché possiamo abusarne!”. 6Lot uscì verso di loro sulla soglia e, dopo aver chiuso la porta dietro di sé, 7disse: “No, fratelli miei, non fate del male! 8Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo; lasciate che ve le porti fuori e fate loro quel che vi piace, purché non facciate nulla a questi uomini, perché sono entrati all’ombra del mio tetto”. 9Ma quelli risposero: “Tìrati via! Quest’individuo è venuto qui come straniero e vuol fare il giudice! Ora faremo a te peggio che a loro!”. E spingendosi violentemente contro quell’uomo, cioè contro Lot, si fecero avanti per sfondare la porta. 10Allora dall’interno quegli uomini sporsero le mani, si trassero in casa Lot e chiusero la porta; 11colpirono di cecità gli uomini che erano all’ingresso della casa, dal più piccolo al più grande, così che non riuscirono a trovare la porta. 12Quegli uomini dissero allora a Lot: “Chi hai ancora qui? Il genero, i tuoi figli, le tue figlie e quanti hai in città, falli uscire da questo luogo. 13Perché noi stiamo per distruggere questo luogo: il grido innalzato contro di loro davanti al Signore è grande e il Signore ci ha mandato a distruggerli”. 14Lot uscì a parlare ai suoi generi, che dovevano sposare le sue figlie, e disse: “Alzatevi, uscite da questo luogo, perché il Signore sta per distruggere la città!”. Ai suoi generi sembrò che egli volesse scherzare. 15Quando apparve l’alba, gli angeli fecero premura a Lot, dicendo: “Su, prendi tua moglie e le tue due figlie che hai qui, per non essere travolto nel castigo della città”. 16Lot indugiava, ma quegli uomini presero per mano lui, sua moglie e le sue due figlie, per un grande atto di misericordia del Signore verso di lui; lo fecero uscire e lo condussero fuori della città. 17Dopo averli condotti fuori, uno di loro disse: “Fuggi, per la tua vita. Non guardare indietro e non fermarti dentro la valle: fuggi sulle montagne, per non essere travolto!”. 18Ma Lot gli disse: “No, mio signore! 19Vedi, il tuo servo ha trovato grazia ai tuoi occhi e tu hai usato grande bontà verso di me salvandomi la vita, ma io non riuscirò a fuggire sul monte, senza che la sciagura mi raggiunga e io muoia. 20Ecco quella città: è abbastanza vicina perché mi possa rifugiare là ed è piccola cosa! Lascia che io fugga lassù – non è una piccola cosa? – e così la mia vita sarà salva”. 21Gli rispose: “Ecco, ti ho favorito anche in questo, di non distruggere la città di cui hai parlato. 22Presto, fuggi là, perché io non posso far nulla finché tu non vi sia arrivato”. Perciò quella città si chiamò Soar. Il sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Soar, 24quand’ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco provenienti dal Signore. 25Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo. 26Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua di sale. 27Abramo andò di buon mattino al luogo dove si era fermato alla presenza del Signore; 28contemplò dall’alto Sòdoma e Gomorra e tutta la distesa della valle e vide che un fumo saliva dalla terra, come il fumo di una fornace. 29Così, quando distrusse le città della valle, Dio si ricordò di Abramo e fece sfuggire Lot alla catastrofe, mentre distruggeva le città nelle quali Lot aveva abitato.

Commento

Un testo lunghissimo, ma anche un testo complesso, che si presta a tutta una serie di interpretazioni che rischiano di travisare il senso del racconto. Il brano è utilizzato per affermare che l’omosessualità, il peccato di Sodomia, è da condannare. Ma siamo lontani da quanto si vuole narrare. Il racconto ci dice che a sera tutti gli abitanti maschi di Sodoma, giovani e vecchi, la popolazione intera venuta da ogni lato della città, si raccolgono alle porte della casa di Lot. vogliono che Lot gli consegni gli stranieri affinché li possano “conoscere”, possano abusare di loro. Ci troviamo in presenza di uomini eterosessuali che usano lo stupro come arma per umiliare lo straniero, il “diverso”. Il racconto di Sodoma anziché essere utilizzato impropriamente come condanna dell’omosessualità, dovrebbe spingerci a denunciare ad alta voce e condannare senza mezzi termini la pratica della violenza come arma per umiliare, degradare, distruggere l ‘avversario, il nemico, la persona debole, uomo o donna che sia. Il grande peccato di Sodoma è l’incapacità di praticare l’ospitalità verso lo straniero. Mi sembra che è un tema veramente attuale ai nostri giorni: la violenza verso l’altro, l’incapacità di vivere l’ospitalità.  

Preghiamo

Preghiamo per tutti coloro che subiscono violenza di ogni tipo.

2 pensieri su “martedì 8 febbraio

  1. Elena

    Da sempre lo straniero viene vissuto come pericoloso, mette a rischio le nostre certezze. Strano, penso, in una terra che è crocevia di incontri, sguardi, culture, movimenti migratori sin dai tempi più antichi. È terribile che si senta il desiderio di fargli del male, nonostante sia ospite di qualcuno. Ed è terribile ogni forma di violenza verbale e fisica. Penso al disprezzo della gente comune, ai canali di sfruttamento sessuale, alla vendita di esseri umani, proprio giocati sulle diversità, sulle fragilità, sull’importenza, sul bisogno. Quanta violenza in questi traffici che annientano l’altro, lo riducono in schiavitù, soggetto ad abusi continui.
    Prego contro ogni forma di violenza, di abuso, di sopraffazione. Prego per tutti gli stranieri che vengono per cercare un modo onesto di vivere e riscatto dalle proprie povertà. Prego per tutti coloro che vengono violati dalla nostra indifferenza, dal nostro egoismo, dal cinismo di un mondo che si crede migliore e superiore, anche semplicemente”stando a guardare” mentre tante vite vengono umiliate, piegate, spazzate via…
    Signore abbi pietà!

    Rispondi
  2. franca

    Non è certamente questo il lugo per parlarne , a me fa molta rabbia l Onorevole Segre che si piange addosso continuamente
    per quello che ha passato, più che comprensibile e giustificabile, ma che non parla mai di quello che stanno vivendo ,ORA,migliaia di persone,bambine anche nei LAGHER della Libia.Chi meglio di lei potrebbe farsi portavoce di questa vergogna,anche
    perché occupa un posto istituzionale!!!!!!
    Sembra proprio che l essere umano non impari mai niente dalla storia

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.