lunedì 29 aprile

di | 28 Aprile 2024

Mc 4,1-9

1 Di nuovo si mise a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva. 2 Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: 3 «Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare. 4 Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. 5 Un’altra cadde fra i sassi, dove non c’era molta terra, e subito spuntò perché non c’era un terreno profondo; 6 ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. 7 Un’altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. 8 E un’altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno». 9 E diceva: «Chi ha orecchi per intendere intenda!».

Commento

Inizia un altro capitolo che è tutto centrato sulle parabole del regno. Inizia una nuova sezione del vangelo dove vediamo Gesù che può essere definito homo narrans, uomo narratore. Questo è un argomento secondo me molto importante: Gesù insegna narrando, non ponendo dei dogmi. Questa del seminatore è la prima delle parabole, possiamo dire che sta a fondamento di tutte le altre parabole. Gesù si accorge che la sua parola è sempre quella, il seme della parola che lancia nel cuore dell’uomo non cambia mai. Ma si accorge anche che terreni che ricevono la parola sono tutti diversi. Questa parabola descrive la situazione del cuore dell’uomo così diverso in ciascuno, ma descrive anche la situazione delle comunità cristiane d’origine, già in difficoltà dopo un inizio così promettente. Quelle prime comunità cristiane fino ai nostri giorni e penso anche il mondo intero sono stati i terreni che hanno accolto l’infaticabile opera di quel seminatore che semina la parola. Ma ogni tempo, ogni storia, ogni momento ha reagito a suo modo. Terreni diversi . Mi sembra che possiamo dire che l’esito buono della semina non dipende solo dalla qualità del seme, ma anche dal terreno dove cade il seme. L’annuncio è allora un rapporto, una relazione: un seme buono e un terreno altrettanto buono. Il cristianesimo è una faccenda di libertà che prende il nome di reciprocità.

Preghiamo

Preghiamo per tutti coloro che vivono nel mondo della disabilità possano sperimentare non l’esclusione, ma l’inclusione.

2 pensieri su “lunedì 29 aprile

  1. Elena

    Mi sono sempre chiesta quanto buono fosse il terreno in cui il buon Dio aveva gettato i suoi semi in me. La risposta può essere sempre diversa, a seconda delle tante vicende attraversate e di quanto fosse o sia ospitale il mio cuore di volta in volta,di tempo in tempo, di vicenda in vicenda. Eppure so che i semi gettati in qualche modo hanno dato frutti e a volte anche molti e buoni. Allora ho concluso che Dio ha solo avuto fiducia in me, indipendentemente da come curassi il terreno regalatomi, indipendentemente dalle mie azioni e dalle mie risposte.Il terreno buono ha saputo trovarlo Lui, anche tra rocce, deserti, strade. Ha saputo dove trovare quel soffio di terra dove la vita è possibile. Una preghiera per ogni persona diversamente abile. Anche in loro c’è quel soffio di terra in cui un piccolo seme può dare molto frutto. A noi occhi e cuore per vederlo e valorizzarlo.

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  2. sr Alida

    Diversi terreni, lo S. Santo ha tanto da pellegrina re nei cuori, perché ogni cuore colga la Parola opportuna al proprio vivere. Che terreno possa essere io? Non sono sempre lo stesso terreno, dipende anche da come ascolto il Signore, dal tempo che rimango con Lui, dal quanto mi so’amata, e la consapevolezza che ho dell’amore del Signore per tutti. Mi unisco alla preghiera per il mondo della disabilità, per l’inclusione della persona diversamente abile….

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