amati

di | 27 Aprile 2024

Questo versetto del vangelo di Marco mi ha preso profondamente:eccolo il versetto: Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!  Fa parte del racconto della trasfigurazione di Gesù. Mi gira per la testa da giorni come un mantra e ci ritorno sopra in continuazione e alla fine mi si è come fissato nel cuore. Siamo sulla via che porta a Gerusalemme. Gesù in quell’avvenimento della trasfigurazione e nei testi che precedono e accompagnano proprio questo racconto comprende qualcosa di più della sua vita e della sua missione. Comprende che all’orizzonte si staglia la croce. Lo ragionata così: ma è per merito o per dono che si è figli amati? E poi ancora chi può amare e essere amato nella misura raccontata da tale brano, dove addirittura questo figlio amato diventa splendido grazie alla luce di un amore ricevuto e donato? E per finire che cosa vuol dire che un amore donato e ricevuto ha come orizzonte finale la croce? Domande che non eludono il problema dell’amore, ma che lo mettono a nudo nella sua bellezza e fragilità. Scrive il cantico dei cantici: forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione. Susanna Tamaro in un suo libro di cui non ricordo il titolo, aggiunge due semplici righe e in quell’aggiunta ne esce la forza e l’essenza e la fragilità dell’amore; così scrive Susanna Tamaro parafrasando il cantico: forte come la morte è l’amore, fragile come una rosa è l’amore. Oggi io nel mio cuore vedo i grandi contorni della fragilità dell’amore. Chi mi ha detto qualche volta: questi è il figlio mio l’amato? Forse mia madre, mio padre, forse l’amico o l’amica? Forse io stesso nei confronti dell’altro? o forse non me ne sono mai accorto? ho come l’impressione che rimane come un discorso implicito: la mamma dice al figlio: non farmi dire sempre la stessa: sai che sei il mio figlio amato. Ed invece il figlio invoca questa parola la mattina e la sera come invoca l’aria e l’acqua. é talmente implicito che è così anche tra amanti: non chiedermi di ripetere sempre la stessa cosa: lo sai che sei l’amato del mio cuore. E l’altro/a si aspetta invece tale parola la mattina e la sera come aria e acqua che respira. E così io, ci sono tempi in cui questa parola serve è necessaria. Ma l’orizzonte su cui si staglia tale parola è la croce e allora meglio non dire troppe volte questa parola, meglio lasciarla soffusa nel magazzino degli oggetti accatastati. E poi c’è la grandiosità e la luminosità dell’amore di Dio. Ma di questo avremo tempo per parlarne.

3 pensieri su “amati

  1. Sabrina

    “Ma l’orizzonte su cui si staglia tale parola è la croce e allora meglio non dire troppe volte questa parola, meglio lasciarla soffusa nel magazzino degli oggetti accatastati” citi la Tamaro, ma se questa frase é tua direi che é arrivata l’ora di scrivere un altro libro.
    Questa citazione é tagliente ma é anche l’essenza dell’amore totale che nasconde la paura di perdere sé stessi, del dolore che può conseguire nel donarsi all’altro, é davvero immensamente vera, e vale nelle relazioni terrene come in quella con Gesù.

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  2. Sr Mary

    Grazie. Se per tanti aspetti si può dire “non farmi ripetere sempre le stesse cose’ si può anche dire che l’amore si sottrae a questa indicazione? Ha bisogno di essere esplicitato.

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  3. Bruna Ortobelli

    L’amore dev’essere esplicitato con parole e fatti, le parole sono come venti non servono a niente se non sono supportate da fatti concreti. Penso che questo sia il grande insegnamento di Gesù.

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