Z come zero

di | 21 Aprile 2022

Concludo la mia carrellata alfabetica con la lettera Z. Per me Z è zero. Ai tempi di quando ero giovane amavo Renato Zero, le sue canzoni, i suoi concerti, i suoi costumi. e ci andavo pure ai concerti. Ma era quello zero che mi colpiva. Renato Zero: quando si esibiva veniva preso in giro semplicemente dicendo: sei uno zero. E lui il grande Renato si è preso questo titolo e lo ha fatto diventare il successo della sua vita. Quante volte mi sono sentito uno zero,  e quante volte avrei voluto prendere quello zero della mia vita per gettarlo nel profondo degli abissi del mio cuore per non guardarlo mai più. Essere e sentirsi uno zero non è la cosa più bella del mondo. Al termine di questo lungo viaggio tra le lettere dell’alfabeto mi sento di dire questo. Ho preso lo zero della mia vita e cerco di farlo diventare un qualcosa che mi sprona ad andare avanti, a camminare con coraggio. Non mi sento lo zero di turno. Sto bene così come sono, ma ce n’è voluto di tempo per arrivare qui. Lo zero produce due effetti. Uno negativo: quando mi sento uno zero guardo gli altri e penso che gli altri hanno più di me e in me nasce l’invidia. Lo zero della mia vita produce invidia. Un segnale inequivocabile di invidia è la sindrome dell’anche se …, quella nota negativa con cui l’invidioso termina ogni apprezzamento (“è un’ottima persona, anche se …”). Questo è l’aspetto negativo dell’invidia. Devo confessarlo sono stato invidioso. quante volte mi sono detto: lì, al suo posto chissà quante cose migliori potevo fare, è bravo, ma… salvo poi sentirmi uno zero quando dovevo assumermi le mie responsabilità. Ho smesso di ragionare così. Oggi lo zero che sono provo a tradurlo in qualcosa di positivo. Il mio zero messo vicino ad un uno per esempio, insieme, diventa un 10. È lo zero che diventa comunità, che è come messo a disposizione per fare qualcosa di bello. Ovviamente insieme. In questo senso la vita fraternità  quando funziona, è una grande fabbrica cooperativa, un insieme di relazioni di mutuo vantaggio per crescere insieme. Concludo così il mio viaggio tra le lettere dell’alfabeto: meglio uno zero che unisce le forze che uno zero che diventa invidioso. Le lettere dell’alfabeto alla fine hanno costruito un storia nuova che porta il nome di fraternità

Un pensiero su “Z come zero

  1. Miriam

    Tutte le riflessioni sono molto belle e profonde. Aggiungo una mia piccola riflessione sullo ” zero” che da anni condivido con i miei alunni…Lo zero è stato inventato per “tenere” il posto e quindi spostare le altre cifre verso sinistra e così queste acquistano un nuovo e più alto valore… Lo zero quindi è importantissimo nella matematica, come nella vita, ognuno tiene il suo posto” e che si impegni a fare il meglio perché questo fa bene a tutti.

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.