vulnerabilità

di | 10 Febbraio 2022

La relazione che sto costruendo con il mio orto richiede tanto tempo che non ho mai. In questo senso diventa molto vulnerabile. Un amico mi chiede della mia fede in Dio. La ritengo un’esperienza affascinante, ma vulnerabile. La sera si parla ancora di fiducia e allora proviamo a parlare della vulnerabilità della fiducia. Se parlo di fiducia di un orto devo fare i conti con il fatto che io mi metto nelle sue mani in un atto di fiducia e lui si mette nelle mie mani in un atto di fiducia. Il tema vero è che mentre l’altro si affida e conta sulla mia presenza, io non sono così affidabile. Sono vulnerabile appunto. Così è con Dio Lui conta su di me ed io conto su di Lui. Ma anche qui la fatica mia è di diventare affidabile per Dio. Sta in questa relazione di fiducia reciproca la radice della fede in Dio, nell’orto e negli umani. Qualcuno ripone la fiducia in me ed io provo a rendermi affidabile nei suoi confronti. Il mio orto chiede di custodire qualcosa di prezioso che è la sua stessa esistenza, la sua vita. il mio Dio mi chiede di custodire quel tesoro prezioso che è la sua Parola. Si fida di me e mi affida questo compito prezioso e unico, custodire la sua parola. La radice di tutte le forme di fiducia sta in questa questione: qualcuno mi chiede di custodire un tesoro prezioso che è la vita e io in maniera reciproca chiedo all’altro di custodire il mio tesoro prezioso che è la mia vita. è un atto di amore reciproco che si chiama fiducia. Ma tutto questo è segnato dalla vulnerabilità, dalla fragilità di questa promessa di cura. E allora il primo atto di fiducia nei confronti del mio orto è proprio questo riconoscimento della mia fatica, vulnerabilità della custodia del suo tesoro prezioso. Mostrare all’altro la mia vulnerabilità, rendergliela intenzionalmente evidente, mentre ci rende più deboli ci rende anche più forti, grazie alla dimensione trasformativa della fiducia vulnerabile. La prima e più importante garanzia che chi ha ricevuto fiducia riconosca che questo atto di fiducia non è perfetto, ma fragile. Non ti chiedo perfezione, ma vicinanza. Il mio orto non mi chiede un atto di fiducia perfetto, non mi chiede una cura perfetta chiede invece la capacità di riconoscerci reciprocamente in una fragile fiducia

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