sabato 5 febbraio

di | 4 Febbraio 2022

Gen. 18,1-15

1 Poi il Signore apparve a lui alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno. 2Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, 3dicendo: “Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. 4Si vada a prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. 5Andrò a prendere un boccone di pane e ristoratevi; dopo potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo”. Quelli dissero: “Fa’ pure come hai detto”. 6Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: “Presto, tre sea di fior di farina, impastala e fanne focacce”. 7All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. 8Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l’albero, quelli mangiarono. 9Poi gli dissero: “Dov’è Sara, tua moglie?”. Rispose: “È là nella tenda”. 10Riprese: “Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio”. Intanto Sara stava ad ascoltare all’ingresso della tenda, dietro di lui. 11Abramo e Sara erano vecchi, avanti negli anni; era cessato a Sara ciò che avviene regolarmente alle donne. Allora Sara rise dentro di sé e disse: “Avvizzita come sono, dovrei provare il piacere, mentre il mio signore è vecchio!”. 13Ma il Signore disse ad Abramo: “Perché Sara ha riso dicendo: “Potrò davvero partorire, mentre sono vecchia”? 14C’è forse qualche cosa d’impossibile per il Signore? Al tempo fissato tornerò da te tra un anno e Sara avrà un figlio”. 15Allora Sara negò: “Non ho riso!”, perché aveva paura; ma egli disse: “Sì, hai proprio riso”.

Commento

Guardo il racconto dal punto di vista di Sara. Forse uno sguardo al femminile ci aiuta a cogliere qualcosa che altrimenti rimane misterioso. Sara ride di fronte all’intervento degli angeli che annunciano la nascita di Isacco. Ride perché esprime fino in fondo quello che Abramo non riesce a dire, cioè che è difficile credere alla promessa di Dio. Infatti si tratta di una promessa che si allunga sempre più nel tempo e più il tempo passa più la promessa sembra svanire. Abramo non riesce a dire queste cose al Dio della promessa, Sara con il suo sorriso è più diretta e riesce a dire quello che non si può dire e cioè che la promessa di un figlio sembra svanita. Sara sorride di un Dio che promette ma che allunga i tempi della promessa. Leggo così il riso di Sara. Questo atto di non sottomissione a Dio in un semplice sia fatta la tua volontà sempre, è una provocazione a Dio, è il modo di Sara per smuovere Dio. A volte facciamo così anche noi: per smuovere qualcuno e fare in modo che arrivi all’azione  lo  provochiamo e lui si smuove. Sara con il suo riso provoca Dio e Lui finalmente provocato agisce. È Sara la vera artefice della nascita di Isacco. Immagino Dio reagire così al sorriso di Sara: perché quella donna sorride di fronte a me? perché fa dell’ironia su di me? Io sono il Dio che ho promesso e allora sfido Sara e regalo a quella coppia di anziani un figlio. Per arrivare a tutto questo ci voleva non un atto di sottomissione, ma un atto di provocazione verso Dio stesso.

Preghiamo

Preghiamo per tutte le donne

2 pensieri su “sabato 5 febbraio

  1. sr Alida

    Aumenta, Signore la fede nelle tue promesse, per tutte noi donne perché generando figli nella fede e per la vita, ciascuno trovi il vero cammino, la sua identita`di figlio tuo.

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  2. Elena

    A volte ridiamo di noi stesse, alle quali non diamo più neanche una possibilità. Non è un sorridere di Dio, ma di noi stesse, delle nostre umane fragilità ed impossibilità. È un sorriso amaro, un sorriso autoironico, un sorriso sconfitto. A volte è un sorriso di assoluto stupore, perché siamo state abituate a sminuire ciò che siamo e ciò che possiamo fare di noi stesse. Da sole o con altri. È un sorriso rassegnato.
    Forse Dio raccoglie anche il nostro più nascosto sorriso amaro, rassegnato e sconfitto per farne qualcosa di molto buono, per farne promessa di riscatto, per farne vita nuova. E per ricordarci che Lui c’è, anche quando a noi non resta più niente….
    Preghiamo per tutte le donne

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