pari a zero

di | 26 Marzo 2023

I conti alla fine devono tornare. E come minimo devono essere pari a zero. Cosa vuol dire? che se io sono a + 1 l’altro deve essere a – 1. Così i  conti tornano. Vuol dire che per uno che guadagna qualcosa ce ne vuole uno che perde qualcosa. Anche nella vita le cose vanno così. Se io guadagno in termini di merito, forse uno sta perdendo in termini di demerito. Altrimenti si crea un debito e un debito a volte diventa insanabile. E allora ci vuole qualcuno che ti compra il debito. Ma se quello ti compra un debito, tu alla fine rimani legato a chi ti ha comprato il debito, non sei più libero. Per uno che guadagna ce ne vuole uno che perde. Abbiamo guadagnato in termini di progresso e ci abbiamo rimesso in termini di ambiente. Abbiamo guadagnato in termini di ricchezza e abbiamo creato povertà immense. Perché i conti alla fine devono tornare e dove uno vince ce ne vuole uno che perde. Anche il donare, che sembra essere la più grande forma di perdita in termini economici perché elargisco all’altro qualcosa di mio può essere un qualcosa di errato. Mi sembra interessante questo ragionamento. I profeti nella parola sacra non denunciano solo il male, ma vogliono smascherare proprio queste dinamiche dove il dono verso l’altro può diventare la ricchezza di uno e la povertà dell’altro. Non è vero che in nome dei regali abbiamo creato il business dei regali? Doni di natale e business, doni per i compleanni e business, doni per ogni circostanza e business. Riconoscendo che il dono non fa tornare i conti abbiamo inventato la filantropia, i doni aziendali, gli sconti, le donazioni. Mi ha sorpreso leggendo che una azienda che fabbrica mine antiuomo ha donato in Africa un ospedale per curare i bambini feriti dalle mine antiuomo.  Sbagliando il rapporto con il dono noi non facciamo altro che far tornare i conti dove qualcuno ci guadagna e qualcuno ci rimette. Le grandi aziende, i grandi sportivi, i grandi uomini di affari hanno tutti la loro fondazione, o più fondazioni benefiche e tutti noi a dire: che bravi che donano per i più bisognosi. A parte il fatto che bisogna capire che quello che donano è sempre una minima parte e che loro dal loro lusso non ci escono proprio, c’è anche la questione che la maggior parte delle volte tale dono è un altro modo per far tornare i loro conti, anche solo perché sulle donazioni ci pagano poche tasse. Dono e poi con la ricevuta in mano recupero il dono. C’è anche un altro fatto: ogni dono crea legame. Pensate alla mafia: ti dono e ti lego a me e chi non vuole ricevere questi doni si vede bruciato il negozio che è la sua piccola ricchezza. Ma è così anche con gli amici: ti dono e intanto ti lego a me. ti dono un  qualcosa per la casa e tu in cambio rimani legato a me. il dono è cosa seria. E credo che quando si parla di dono i conti come li facciamo di solito non tornano mai. Per il dono dobbiamo usare un’altra contabilità. Introduco solo dicendo che il cristiano quando ha voluto parlare del dono ha scelto il crocefisso.

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