Giovedì 28 gennaio

di | 27 Gennaio 2016

la stella del mattino Abacu  2,15-20                                                                             

15 Guai a chi fa bere i suoi vicini versando veleno per ubriacarli e scoprire le loro nudità. 16 Ti sei saziato di vergogna, non di gloria. Bevi, e ti colga il capogiro. Si riverserà su di te il calice della destra del Signore e la vergogna sopra il tuo onore, 17 poiché lo scempio fatto al Libano ricadrà su di te e il massacro degli animali ti colmerà di spavento, a causa del sangue umano versato, della violenza fatta alla regione, alla città e a tutti i suoi abitanti. 18 A che giova un idolo perché l’artista si dia pena di scolpirlo? O una statua fusa o un oracolo falso, perché l’artista confidi in essi, scolpendo idoli muti? 19 Guai a chi dice al legno: «Svegliati», e alla pietra muta: «Alzati». Ecco, è ricoperta d’oro e d’argento ma dentro non c’è soffio vitale. 20 Il Signore risiede nel suo santo tempio. Taccia, davanti a lui, tutta la terra!

commento

il profeta non dimentica nessuno dei mali, nessuna delle ingiustizie. usa immagini forti per descrivere tutto il male che è avvenuto e che è stato fatto. Alla fine rimane niente, se non la nudità della vita. ieri abbiamo celebrato la giornata della memoria e il male  provocato ha prodotto la vergogna della nudità degli ebrei nei campi di sterminio. le abbiamo in mente tutte quelle immagini di uomini e donne calpestate nella loro dignità. Quando l’uomo è ridotto così è perchè viene a mancare ogni forma minima di umanità e di rispetto. ma questa mancanza di rispetto e di dignità alla fine si ritorcerà contro Babilonia stessa che sarà calpestata da altri popoli. la violenza produce violenza, il male se non è arginato produce altro male, come in una catena infinità. ci vuole qualcuno che spezzi simili catene, che faccia un gesto nuovo, un gesto di bene, di dignità assoluta, di rispetto. l’ultimo guai proclamato dal profeta riguarda l’idolatria. Ciò che stabilisce l’inevitabile sconfitta del caldeo è il suo confidare non in Dio ma nell’idolo; per questo anche il potere dell’aggressore è passeggero, tanto quanto la statua dell’idolo è “ricoperta d’oro e d’argento, ma dentro non c’è soffio vitale” Il vero unico Dio è nel suo santo tempio. Davanti a Lui, solo il silenzio è lode vera e degna, espressione di quel timor di Dio che è il sentimento della vera fede.

preghiamo

preghiamo per tutto coloro che ogni giorno grazie al loro impegno provano a spezzare le catene della violenza e del male.

dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

4 pensieri su “Giovedì 28 gennaio

  1. Elena

    Solo un pensiero: non dimentichiamo mai la nostra umanità, che forse è proprio lo specchio del soffio divino che ci rende vivi ed integri, e forse anche persone amabili e belle!
    Elena

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  2. sr.Alida

    Il Signore risiede nel Suo tempio…sia per noi invito a custodire la speranza di un bene ancora possibile….che spezza il male e ridona rispetto e dignità al’uomo..Signore trasforma i nostri poveri e piccoli gesti quotidiani in questa possibile fonte di speranza…Tu solo puoi!

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  3. Giulio

    “… dentro non c’è soffio vitale”.
    Come gli idoli del nostro tempo.
    Nei giorni della vita rincorriamo a perdifiato gli idoli che ci siamo costruiti e che ammantiamo di belle parole per renderli degni all’uomo.
    Salvo accorgerci, quando per un attimo ci fermiamo, che abbiamo costruito sul nulla.
    Colgo l’invito della Parola: Taccia la terra.
    Nel silenzio, forse, riusciamo a ri-costruire noi stessi.

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  4. sr Rita

    “A che giova un idolo perché l’artista si dia pena di scolpirlo?”. Una domanda saggia che potrebbe orientare i nostri gesti. Le nostre mani, i nostri pensieri la nostra intelligenza cosa sta scolpendo? Idoli apparentemente belli e preziosi,ma vuoti e insignificanti? Oppure i nostri piccoli gesti danno forma ogni giorno all’uomo secondo i criteri dell’umanità che Gesù ci ha lasciato?
    Donaci Signore sapienza e saggezza.

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