Giovedì 21 aprile

di | 20 Aprile 2016

home2 Marco 7,31-37                                                                                               

31 Di nuovo, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. 32 Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. 33 Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; 34 guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». 35 E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. 36 E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano 37 e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

Commento

Mi sembra di cogliere un tratto particolare in questo miracolo del Signore. Non viene qui citata una condizione particolare di possesso demoniaco e di una grave  malattia. Più che mai questa persona sembra invece simboleggiare la condizione propria di ogni uomo e donna, quella di essere sordi e muti. Anche questo esplicito chiedere a Gesù “di imporgli la mano” fa pensare più ad un gesto liturgico che ad un intervento miracoloso. Ancor più questo si conferma nei gesti che Gesù compie sul sordo muto. Una forte sottolineatura del carattere personale dell’evento: lontano dalla folla. Le dita negli orecchi e la saliva sulla lingua: gesti che sembrano evocare e accennare ad un nuovo atto creativo. Una nuova creazione. E infine lo sguardo di Gesù verso il cielo, e il suo gemito e la richiesta: apriti! Quasi un alludere ad un suo essere offerto perché l’altro possa vivere in modo nuovo. E’ chiaro che ci troviamo al cuore della fede ebraica e a quell’ “Ascolta Israele” che fonda la condizione particolare del popolo eletto. Poter ascoltare e poter comunicare la Parola è il cuore della fede di Israele. Ma è anche il cuore della fede cristiana: saper ascoltare e saper parlare.  Marco sottolinea la condizione speciale di quest’ uomo sordo e muto, al quale vengono aperti gli orecchi, viene sciolto il nodo della lingua e parla correttamente, dove questa correttezza è termine che dice non solo una facoltà fisiologica, ma soprattutto che quello che l’uomo ora dice è giusto. E’ vero. Saper ascoltare bene, saper parlare in modo sapiente ecco il vero miracolo qui descritto!

Preghiamo

Preghiamo per Silvia

3 pensieri su “Giovedì 21 aprile

  1. sr Rita

    Effatà. Ripeti Signore questo invito-comando a me, alle persone consacrate che non riescono a percepire la VOCE della liberazione.

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  2. Elena

    “Ha fatto bene ogni cosa”…. questo sembra un canto di speranza, la chiave di lettura di ogni evento, se solo ci fosse fede!
    Chiedo un poco di fede per guardare attraverso, per guardare oltre, per portare testimonianza!
    Sto passando molto tempo in ospedale, vicino ad anziani sofferenti e prossimi al loro ultimo viaggio. Eppure, questo “ha fatto bene ogni cosa” risuona continuamente anche in luoghi di dolore come le stanze di ospedale…Riesco a comprenderlo proprio attraversandolo negli occhi, nelle esperienze di questi ammalati , è riflesso nella vita di tutti noi, parenti , amici e conoscenti capaci di amore, tenerezza, vicinanza, sollievo, tempo, ma anche sconforto, fatica, dolore, stanchezza, lutto, che hanno un loro significato e un loro perchè, troppo difficile da spiegare. Non trovo le parole giuste, ma torna il Cristo della croce e l’impotenza pietosa e compassionevole delle donne e di chi è presente sotto la croce stessa. Si muovono sottili reti di umana compassione e condivisione di stati d’animo, speranze, desideri, preghiere, azioni semplici….
    E in tutto questo c’è il bene che il Dio della vita fa con noi, in noi e per noi in ogni momento. Nulla è vuoto, tutto è movimento pieno ed in qualche modo armonico fra esseri umani chiamati fuori dalla sordità e dall’essere muti. Misericordia, Signore, per le tue creature sofferenti e bisognose, e per ciascuno di noi. Fai bene ogni cosa, Gesù, perchè tu conosci il nostro essere più profondo e continua a toccarci con la tua tenerezza e compassione.
    Per Silvia e per tutti coloro che il Signore tocca…
    Elena

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  3. sr.Alida

    “Lo prese in disparte…”Gesu’ pone ,pone gesti ,pronuncia parole di vita,con lo sguardo del cuore e degli occhi al cielo per aprire brecce di speranza…Gesu’ Maestro mi insegna che nel silenzioso ascolto,del presente ,posso carpire il consiglio dello Spirito e cogliere ciò che è il bene di quel momento per gli altri e per me.Riconoscente prego per le intenzioni di oggi.

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