Venerdì 22 aprile

di | 21 Aprile 2016

home2Marco 8,1-10

1 In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, chiamò a sé i discepoli e disse loro: 2 «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. 3 Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». 4 Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». 5 Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». 6 Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. 7 Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. 8 Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. 9 Erano circa quattromila. E li congedò. 10 Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.

 Commento

Che cosa possiamo aggiungere di più rispetto al primo racconto della moltiplicazione dei pani che sta al capitolo 6 dello stesso vangelo? e sì perché alla fine ci ritroviamo nel giro di 2 capitoli con due racconti uguali, due racconti della moltiplicazione dei pani e dei pesci!  Notiamo che questa volta vi è come un assoluto bisogno di fame, di necessità. Se li rimandano a casa in quel modo rischiano di venir meno lungo il cammino e alcuni di loro vengono da lontano. Mentre il primo miracolo era stato voluto da Gesù come per dare un segno, adesso è necessario per soccorrere una situazione altamente disagiata. Se con il primo vedevamo un segno prezioso della Cena eucaristica, qui mi sembra dobbiamo cogliere il necessario legame tra Cena eucaristica e vita degli uomini, o meglio tra Gesù e la storia degli uomini. Storia con tutte le sue povertà e le sue molte condizioni di fame. A me sembra che questo sia il motivo più forte che ha condotto Marco a ricordare non un solo miracolo dei pani, ma appunto due: il primo come più spiccatamente “liturgico”; il secondo per dire come la Cena eucaristica sia il principio e la fonte della carità verso gli affamati. Come dicevo, affamati di tanti diversi volti della fame. Celebrare lo spezzare il pane nella cena eucaristica deve portare ad avere uno sguardo e un azione sulla storia di fame e di povertà dell’umanità. Questo è il vero ed unico significato del celebrare l’eucarestia e dello spezzare il pane insieme.

Preghiamo

Preghiamo per tutti color che sono nella fame.

3 pensieri su “Venerdì 22 aprile

  1. Tiziana

    Che bello questo Gesù che sente compassione per noi, che vive le nostre fatiche! Donaci Signore la capacità di riconoscere i bisogni degli altri .

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  2. sr Rita

    Fame, deserto, stanchezza, lontananza da casa….tutte situazioni che fanno venire tristezza: per Gesù diventano luogo in cui esprimere compassione, cura, tenerezza, maternità. Signore insegnaci a trasformare le difficoltà in opportunità.

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  3. sr.Alida

    “Se li rimando digiuni,verranno meno lungo il cammino “Gesu’ guarda i diversi volti della fame…non ne dimentica uno ,,nulla sfugge alla sua mano..crea speranza e sazietà per tutti.La nostra speranza è un pane spezzato la nostra certezza l’amore di Dio. Nel disegno quotidiano che hai su ciascuno di noi,donaci questa consapevolezza ,per il nostro bene ,da riversare ,a bene di ogni altro fratello. Domani vado agli esercizi spirituali ,con don Sandro ,quindi non posso scordarmi di voi davanti al Signore…Se domani non mi riesce di scrivervi nello scambio di preghiera Buona settimana! .

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