D di dono

di | 4 Aprile 2022

Dono è nel linguaggio del credente e dell’uomo che cerca la verità una parola unica, fondante. È la parola che predichiamo, usiamo, narriamo. Dono è il valore assoluto. Tanto è vero che noi parliamo di vita come dono, di vita donata. E ci sembra di avere detto tutto sul dono. Quando dico vita donata non ho niente altro da aggiungere. Chi può obbiettare ad una vita che sa di dono? Chi può dire qualcosa a chi accoglie, a chi parte per le missioni, a chi decide di donare anche parte del suo patrimonio? Questi donatori noi li chiamiamo benefattori; è così vero che di solito la persona che ha qualche soldo fa donazioni, apre fondazioni benefiche. E chi può obbiettare qualcosa a tutto questo? Anche io nella mia piccola cooperativa sto in piedi anche  grazie alle donazioni e le missioni in generale stanno in piedi grazie alle donazioni. E chi può obiettare a tutto questo? E poi c’è il tempo rubato alla famiglia per essere donato alla parrocchia, alla società sportiva, all’associazione di volontariato. Dono appunto. Del resto lo abbiamo insegnato noi che tutto è dono. Ma se in apparenza la parola dono è così carica di senso e non possiamo obbiettare niente a tutto questo, rimane un fatto, una questione aperta: dono è una parola bellissima, ma ambigua. La logica del dono si muove sul versante ambiguo del mordi e fuggi. Un dono, una donazione, del tempo donato quando riesco, quando posso, quando ce la faccio. Il vero dono non è del gratta e fuggi. Allora anche 8 ore di lavoro pagate possono diventare dono, quando sono fatte per cercare di unire e non dividere, quando diventano passione per il lavoro e per gli altri, quando ci metto tutto me stesso e quando il primo pensiero non è quanto guadagno. Il volontariato è dono non quando dedico ore gratuite di impegno, ma quando queste ore generano legami profondi, quando queste ore donate sono al servizio del bene comune e non delle mie motivazioni del tipo: ho del tempo e lo dedico agli altri. non credo che il problema si debba porre così. Forse il vero tema è: il tempo che io dedico genera bene comune? il dono fa, crea relazioni, genera incontri, fa rete. In questo modo esco da quella retorica del dono, da quella predicazione della vita donata, ma che non cambia la relazione con l’altro. Nel dono non servono buone intenzioni, ma un buon pensiero, delle buone pratiche, delle sagge prospettive. Ecco perché il dono non è il tempo libero che impegno per gli altri. una persona che dona genera in tutti i luoghi dove vive relazioni, prassi economiche e sociali capaci di non lasciare indietro nessuno. L’impresa è necessaria, ma l’impresa non è contrapposta al dono. Il dono permette all’impresa di uscire dalla logica del profitto per costruire legami di impresa sociali, di comunione, è generare processi di giustizia, di differenze, di attenzione all’altro. Dono non è la predica per i bravi ragazzi. Dono è un economia che ragiona in termini di giustizia.  

Un pensiero su “D di dono

  1. Maria

    Donare e’ sinonimo di seminare, far nascere buoni sentimenti che nutrono il nostro cuore ed il cuore delle persone che incontriamo sul nostro cammino…

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.