ancora sulle ferite

di | 8 Aprile 2024

Una mamma mi racconta delle sue ferite, in maniera più semplice mi racconta il suo dolore. Mi sembra che ogni tanto il dolore entra nel corpo umano, non come una malattia, ma come un qualcosa che non senti solo nell’anima, ma anche nel corpo. Del racconto di quella mamma sento che la ferita si è come sistemata dentro l’anima, ma ha raggiunto cuore e corpo. Ed è qui la questione più impegnativa: prendere in mano quella ferita che sta nell’anima, nel cuore e nella mente e trovare il sistema per addolcirla. Non si può togliere la ferita, rimane li a ricordarci di un dolore. E in alcuni momenti questo dolore può ancora riapparire. Mi sono chiesto che cosa si può fare quando tutto questo succede, quando sento il dolore dentro di me e ogni tanto riemergono le ferite e fanno male. Non conosco la tecnica che mi permette di sentire meno il dolore. A volte vince la ferita e allora il dolore dentro è forte. In genere per come sono fatto io cerco di fare tregua con le mie ferite, così almeno posso soccorrere la mia anima, il mio cuore, il mio corpo. È come in guerra quando si dice tregua: si possono in questo caso soccorrere i feriti. La tregua non è la pace. In generale io vivo questo stato di tregua. La ferita è la parte armata che si ritira per un attimo, io sono la parte invasa che per un momento tira il fiato. Non vivo quasi mai dello stato di grazia. Sento un utopia la pienezza della vita, dove per utopia prendo per buona la definizione di Galeano: L’utopia è come l’orizzonte: cammino due passi, e si allontana di due passi. Così è della mia pace interiore cammino due passi e la ferita riemerge e la pace si allontana di due passi. Il tema è che nell’oggi non vivrò mai la pienezza della vita. le ferite ritorneranno sempre. Qualcuno di più forte dice che le tiene lontano. A me sembra un’operazione impossibile. Che dire a quella madre? Non rimanere sola con il tuo dolore, racconta, narra a chi sa ascoltare, a chi sa cogliere come dono e compartecipazione le ferite del cuore, dell’anima e del corpo

3 pensieri su “ancora sulle ferite

  1. Stefano

    Buongiorno
    Quella mamma ha coraggio nell’esporre il suo dolore e trovare compatimento.
    Quanti di noi hanno delle ferite e le tengono nascoste per orgoglio o per paura?
    Manda il tuo Spirito Signore.

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  2. Sabrina

    Arriva sempre il momento di guardare le nostre ferite e di farci i conti, come le ferite sulla pelle anche quelle dell’anima devono essere curate, disinfettante, ricucite con cura per non fare infezione e causare sempre più dolore. É necessario parlare con qualcuno di cui abbiamo fiducia che sia un amico, un confessore, uno psicoterapeuta, oppure scrivere di quel dolore, o esprimerlo in altri modi. É necessario avere il coraggio di farci i conti per prendere in mano la nostra vita, senza lasciare che sia la ferita a decidere per noi. Certo che sarà sempre lì a tracciare una cicatrice ma se la conosciamo può diventare punto di inizio e di forza, e non una debolezza. Condividere le ferite é un atto di cura che ci dobbiamo, e quando lo faccio con il cuore in mano anche gli altri aprono il loro, e si scopre insieme che due fragilità che si incontrano sono semplice umanità.

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  3. sr Alida

    Grazie di cuore per le riflessioni sulle ferite, sono dono e ne faccio tesoro. Penso che ci ritornerò a riflettere ancora per ora vi saluto caramente.

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