Serve misericordia per costruire unità. Serve la misericordia con me stesso per accettare la mia povertà e ilmio fallimento e partire da questo per costruire unità. Serve misericordia nella chiesa per costruire l’unità delle differenze. Serve la misericordia nella politica per costruire progetti comuni e cercare la pace. Intendo per misericordia la capacità di uno sguardo buono su stessi e sugli altri, più in generale sul mondo, sul creato. Intendo misericordia la capacità di voler incontrare l’altro, di sentire l’altro nel mio cuore e nella mia mente. Se l’unico sentire è per me stesso è chiaro che non posso creare unità. Lo ammetto, la mia vita si fonda e si basa su un Dio che è padre di infinita misericordia e che mi invita ad entrare nell’esteso spazio della sua misericordia. Tutto in me è compreso, organizzato, vissuto ed espresso a partire da questa relazione fondamentale. Tutto in me deve essere unificato a partire da questo centro. Ma da questo sguardo nasce altro ancora, da questo stare nella misericordia di Dio nasce la volontà di estendere questo spazio di misericordia divino all’uomo e all’umanità intera. Riprendo un pensiero di un monaco benedettino che scrive: L’attenzione alla persona, così come la concepisce Benedetto nella sua regola, la signoria della Parola, l’umile servizio ai fratelli, la ricerca della pace, la scelta di essere ai margini, lo spossesso di sé, sono un antidoto ad ogni imperialismo e fondamentalismo che tende a rigettare ogni forma di alterità. Tutto questo è la forma più alta dell’unità che nasce dalla misericordia.