senza maschera

di | 18 Aprile 2024

Provo a continuare la riflessione di ieri seguendo un mio ragionamento particolare. Nel teatro greco l’attore portava la maschera. Questo dava la possibilità di poter intrepretare più ruoli e poi la maschera aveva anche una funzione di amplificare la voce. Più ruoli, ma con un volto sempre coperto e a me viene da dire: chi sei tu veramente. Quando mi guardo a volte mi dico, ma quale maschera metto oggi? A volte succede così nella vita, ma succede così anche nella società, nella chiesa. La vita ecclesiale a volte prende i simboli della mondanità e li traveste molto bene da simboli religiosi, mette a questi simboli mondani la maschera del religioso. L’esempio del rendimento eccellente è uno di questi. Il rendimento eccellente che propone il vangelo è ben diverso dal rendimento eccellente che propone il mondo. Il primo, quello del vangelo è il rendimento eccellente che mette al centro la relazione, lo scarto, la pace e la giustizia del regno. il secondo, quello del mondo, è il principio dell’efficienza, del merito, del profitto. In questo modo il cristianesimo metta la maschera. Il modo di essere nel mondo della chiesa, pur criticandoli, sposa i criteri della mentalità dominante verniciandoli di simboli e linguaggi religiosi. Questo è uno dei temi su cui oggi dovremmo riflettere molto: come mantenere l’autenticità del vangelo e lasciare la mondanità del mondo. O meglio come tenere la verità del vangelo e imparare a dialogare con il mondo. O forse di più ancora come non mettere la machera del mondo e presentare il volto del vangelo? L’idea moderna di potenza, unitamente al capitalismo sfrenato, ha generato i falsi miti su cui si reggono le attuali società occidentali: efficienza, consumismo, apparenza e rendimento massimo. Per non cadere in questo falsi miti vi propongo 5 strade diverse che commenteremo giorno dopo giorno

Un pensiero su “senza maschera

  1. Sabrina

    Il tema della maschera mi ha sempre affascinato…io tendo a non portarla, perché mi pesa troppo, e poi preferisco rischiare con la mia faccia, e nonostante senza maschera sembri più fragile, attaccabile, criticabile, continuo a sostenere di non volere una doppia vita pubblica e privata.
    Spesso però le maschere sono messe per farsi accettare già dalla più tenera età, faccio un esempio: quando si dice ad un bambino “sorridi che sei più bello” é un esplicito invito a nascondere sentimenti brutti in quanto non accettabili … come se la bontà e la bellezza dipendessero dalle emozioni, e che per compiacere il mondo non dobbiamo mostrare debolezze.
    Se sei un politico sembra normale portare la maschera, così anche se sei un ecclesiastico soprattutto ad alti livelli.
    Capisco, ci sono delle verità che farebbero troppo male, che non si possono manifestare, ma poi a forza di mentire diventa normale amministrazione, e non sai più dove sta la realtà.

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