venerdì 19 aprile

di | 18 Aprile 2024

Mc. 2,18-22

18 Ora i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». 19 Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. 20 Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno. 21 Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. 22 E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi».

Commento

Ecco un’altra trasgressione di Gesù e del suo gruppo di discepoli. Quella riguardante la pratica del digiuno. Questa pratica era molto importante per tutto il mondo giudaico, era una di quelle pratiche che permetteva di acquisire dei meriti di fronte a Dio e di conseguenza, se ben praticata di guadagnare, il premio finale. I discepoli di Gesù non si capisce bene come si pongono di fronte a questa pratica. Sicuramente si trovano in una posizione più libera rispetto ai discepoli di Giovanni che praticano con attenzione il digiuno. Gesù prova a spiegare la posizione dei suoi discepoli cercando una forma di dialogo con i discepoli di Giovanni. Gesù non si mette contro, cerca un dialogo.  Gesù vuole rispondere spiegando che il vero tema non è un digiuno come merito, ma un digiuno che dichiara la presenza o assenza del Signore stesso. Forse Gesù e i suoi discepoli non digiunavano. La chiesa primitiva digiunava e questo ci porta a riconoscere che non tutta la prassi di Gesù e dei suoi discepoli diventa la prassi della chiesa primitiva. Ma soprattutto Gesù là dove vede e capisce che la prassi del digiuno o di qualsiasi altra forma di pratica religiosa è finalizzata al merito, Lui la contesta perché propone una prassi del dono e della gratuità. La chiesa, invece da sempre corre la tentazione di ricadere in prassi e gesti religiosi che vanno nella direzione del merito e non del dono.

Preghiamo

Preghiamo per la pace.

3 pensieri su “venerdì 19 aprile

  1. sr Alida

    Vino nuovo in otri nuovi, il digiuno adeguato al tempo di assenza dello Sposo…Tutto ciò richiede costanza, e cammino ogni giorno verso Il dono è la gratuità… Preghiamo per la pace, con la sua misericordia il Signore rinnovi il cuore di ciascuno, illumini le menti.

    Rispondi
  2. Elena

    Mi sono sempre chiesta quanto i riti appartengano agli uomini, e solo a loro e quanto questi possano essere utili nel più vero rapporto con Dio. Gesù mi sembra un uomo libero, libero davvero, là dove le regole e i riti ingabbiano l’uomo e costringono il rapporto con il Padre buono a qualcosa di finalizzato. Ogni finalizzazione diventa strumento per ottenere qualcosa. Ha senso questo per me? Per me credente e cristiana? Se l’aderire a un rito costringe la mia fede e la trasforma in qualcosa di utilitaristico, che razza di credente sono? La legge è fatta per l’uomo, non l’uomo per la legge. E Gesù, ancora una volta ci mostra la via. I benpensanti vivano come credono sia giusto. Io preferisco la libertà che viene da una più profonda verità!
    Prego con voi per la pace di ciascuno.

    Rispondi
  3. Sabrina

    Gesù a donato Parola nuova, ma non é propriamente venuto a sovvertire le regole, ma questo lo dico con il senno del poi. In quei tempi lo strappo era potente, ed é stato facile per la gente del tempo schierarsi contro, ancora oggi non ci si schiera forse sempre contro le ribellioni, seppur pacifiche? Chi ha paura di perdere la sovranità, chi l’abitudine, chi l’agio. Capisco appieno i dubbi nel cuore dei discepoli, che però fanno la cosa più bella e grande, si affidano a Lui. Ed é questa fiducia che ha fatto di Gesù la nuova parola, che ora si capisce che si intreccia con la Parola del Padre, con i grandi profeti, ed é un nuovo monitor per cambiare…non esiste piu la terra promessa per pochi, ma la parola nuova per tutti, quella che parla del pio grande comandamento, l’Amore vicendevole. E con tante peripezie e difficoltà, per volontà di Dio, Gesù e l’aiuto dello Spirito Santo, i discepoli riescono a portare al mondo intero. Si forse sembra proprio una rivoluzione d’Amore, nonostante la meschinità che a portato alcuni uomini a diffonderla non sempre con il sentimento cardine, e nonostante qualcuno ancora oggi usi le parole di Gesù per il proprio tornaconto, ma si sa, spesso e volentieri, senza Dio realmente accanto, siamo solo uomini e donne dei nostri tempi.

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.