sabato 15 giugno

di | 14 Giugno 2024

Mc. 11,1-11

1 Quando furono giunti vicino a Gerusalemme, a Betfage e Betania, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli, 2 dicendo loro: «Andate nel villaggio che è di fronte a voi; appena entrati, troverete legato un puledro d’asino, sopra il quale non è montato ancora nessuno; scioglietelo e conducetelo qui da me. 3 Se qualcuno vi dice: “Perché fate questo?” rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, e lo rimanderà subito qua”». 4 Essi andarono e trovarono un puledro legato a una porta, fuori, sulla strada, e lo sciolsero. 5 Alcuni tra quelli che erano lì presenti dissero loro: «Che fate? Perché sciogliete il puledro?» 6 Essi risposero come Gesù aveva detto. E quelli li lasciarono fare. 7 Essi condussero il puledro a Gesù, gettarono su quello i loro mantelli ed egli vi montò sopra. 8 Molti stendevano sulla via i loro mantelli; e altri, delle fronde che avevano tagliate nei campi. 9 Coloro che andavano avanti e coloro che venivano dietro gridavano: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! 10 Benedetto il regno che viene, il regno di Davide, nostro padre! Osanna nei luoghi altissimi!» 11 Gesù entrò a Gerusalemme nel tempio; e dopo aver osservato ogni cosa intorno, essendo già l’ora tarda, uscì per andare a Betania con i dodici.

Commento

Dopo un lungo cammino ecco che Gesù entra in Gerusalemme. È la meta della sua vita. Tutti gli indizi portano a dire che Gesù è il Messia. Il Signore passa per il monte degli ulivi, come Davide che era il Messia atteso, ma che per quel monte degli ulivi se ne va dalla città santa in lacrime perché suo figlio Assalonne gli si è rivoltato contro. Entra con un asino che nella memoria del tempo era l’animale con cui il Messia entra nella città santa. La folla canta Osanna ed era il canto di acclamazione del Messia. Tutto parla del Messia, Gesù è messia. A questo punto arrivano i distinguo. Non è che tutta la gente di Gerusalemme lo ha acclamato messia. Nel gran numero di persone che salivano a Gerusalemme per la festa di Pasqua, forse i suoi amici e qualche altra persona lo acclama messia liberatore. Quindi non è il grande uomo acclamato dalla grande folla, ma di questo Gesù non ne aveva bisogno. Lui è accompagnato da un piccolo resto. E poi Gesù disattente tutte le attese di un Messia liberatore politico di un popolo oppresso. Non c’era niente in lui di potente e di politico. Era solo un uomo povero, umile che camminava con i poveri, forse accolto da semplici e umili. Lui proclamava un regno di poveri che volevano diventare fratelli. Troppo poco per essere notato nella grande città  di Gerusalemme che si aspettava ben altro. Tanto è vero che dopo un passaggio nel tempio di Gerusalemme, Gesù si ritira a Betania dove aveva degli amici e li rimane in attesa degli eventi.

Preghiamo

Preghiamo per chi non ha lavoro.

3 pensieri su “sabato 15 giugno

  1. Elena

    Un Dio fatto uomo che entra nella vita degli uomini. Un Signore, il Messia, acclamato per un momento, riconosciuto per un attimo o per un amore che riconosce se stesso. Un Dio pronto al dono più grande, che qualcuno ancora chiama sacrificio. Gesù, dono d’amore per ogni uomo che di fronte a Lui abbassa il capo e fa strada…
    Un giorno la incontreremo, questa assoluta pienezza d’amore e, acclamando, ne riconosceremo l’appartenenza.
    Unisco la mia preghiera per chi non ha lavoro, per chi subisce soprusi e ingiustizie nel mondo del lavoro.

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  2. sr Alida

    Un piccolo resto che osanna al Signore, Lui uomo povero ed umile, ma un re speciale è cavalca un asino… Nel nostro vivere il poco il piccolo, sono le cose che più danno gioia… Oggi noi poverelle ricordiamo il nostro fondatore S. Luigi Palazzolo nella sua nascita al cielo, egli ha imitato Gesù nel essere povero e per i poveri. Anche attraverso di lui chiedo al Signore di custodire il nostro piccolo resto di poverelle, le attese del mondo, della pace e con lui ringrazio il Signore per il dono della mia vita e di quella di mio nipote Daniele… Lo custodisca nel Suo amore.

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