Rientro tardi, e sono affaticato. Vedo degli amici e sono affaticati. Siamo tutti in estrema fatica. Questo è un dato di fatto, credo che non possiamo scappar via da questa regola. Possono esserci dei momenti di rilassamento, forse la ferie, ma sono pochi giorni e poi la fatica si riprende il nostro corpo. Forse non ce ne rendiamo conto, ma quando facciamo discorsi, proclami e richiami sulla non partecipazione della gente dovremmo avere un po’ più di riguardo per la fatica che la gente fa ogni giorno. Dobbiamo tornare a riscrivere la vita con le parole che la vita stessa ci pone di fronte e non con parole che dicono solo dei principi. E una di queste parole è fatica. E cosa ne facciamo della fatica? Magari potessimo buttarla via tutta per riposare. Sembra che ritorni sempre. Cresce il pil e siamo soddisfatti, ma produciamo fatica e illusioni, la fatica deve esserci, ma deve anche rimanere come uno spazio al dono, alla gratuità, al bene- essere. La parola sacra ci regala una bellissima lezione riguardo alla fatica. Così dice il libro di Qoelet: “Ho osservato anche che ogni lavoro e ogni industria degli uomini non sono che invidia dell’uno verso l’altro. Anche questo è vanità, un correre dietro al vento. L’idiota incrocia le sue braccia e divora la sua carne. Meglio riempire un palmo di calma che due manciate di affanno e compagnia di vento” (Qohelet 4, 4-6). Bellissima l’immagine del palmo della mano. lasciare libera una mano perché il suo palmo possa essere riempito dalla calma, dal riposo, dalla ‘consolazione’. Le due mani dell’uomo non devono essere impegnate nella stessa attività: se è stolto colui che le lascia entrambe inerti è altrettanto folle chi le occupa col solo lavoro frenetico. Il frutto del lavoro e dell’industria può essere goduto solo se lasciamo uno spazio libero di non-lavoro, se un palmo è vuoto e può accogliere il frutto conquistato dall’altro. Ci può essere un uomo che lavora poco, ma ci può essere anche un uomo che lavora troppo. E allora? Teniamo buona per oggi quell’immagine del palmo delle mani. Un palmo si impegna nel lavoro, ma l’altro palmo gode del riposo e dell’amicizia.
Parole vere, verissime!
È il saper ammirare quanto è bello che la fatica ha prodotto.
A prosito… AUGURI don Alessandro