sguardo dall’interno

di | 14 Luglio 2021

Ho ritrovato il pc ! posso scrivere secondo  i miei ritmi. È strano come mancando uno strumento, manca un qualcosa di importante. Non sono così convinto della teoria che gli strumenti non sono necessari e mi sto convincendo che anche l’altra teoria che dice che gli strumenti sono importanti basta usarli bene, non è poi così vera, perché troviamo sempre un motivo valido per usare ogni tipo di strumento. Ci vuole molta attenzione e arte del discernimento nel saper usare in maniera corretta gli strumenti.  il mio sguardo oggi si sofferma non sull’orizzonte, ma sull’interno, sulla nostra casa. Si fanno tante cose, ma ci sono anche tanti piccoli conflitti, tensioni. Io penso e pretendo in un modo, altri la pensano in altro modo ancora e poi si perde la pazienza. Soprattutto questa questione la noto sempre quando si parla di regole e di modo di organizzare il lavoro. Conclusione mitica, ma includente, di uno di noi ieri riguardo alle diversità e ai conflitti è stata la classica frase: “io la penso così tu la pensi così”. Mitica frase, luogo comune, ma che non risolve niente. Il mio sguardo all’interno mi porta a scrivere questo. Prendiamo atto che ci sono situazioni problematiche, conflitti, pensieri diversi, litigi a volte. Non è detto che tutti condividiamo la medesima idea, non è detto che in un’esperienza come la nostra dobbiamo per forza di cose diventare tutti amici. A volte è già molto se riusciamo a tollerarci. Lo sguardo dall’interno mi porta a dire che c’è quasi una normalità in questa questione dei conflitti. Possiamo quasi dire che sono un’esperienza normale dell’essere umano. L’umano è fatto anche di conflitti. Se poniamo la questione dell’evitare i conflitti o del cercare un luogo senza conflitti, siamo completamente fuori strada. Pongo il problema sotto un altro sguardo, un’altra prospettiva. Il problema vero non è se esiste il conflitto, ma che cosa ne faccio del conflitto quando arriva. Cosa faccio nel conflitto. Come cerco di contenere il conflitto per non farlo esplodere in parole e gesti violenti. Mia madre aveva trovato un sistema tipico delle madri bergamasche: di negot, fa sito…. Lasa cor. Non dire niente, fai silenzio, lascia correre e concludeva, per ol be de tocc, per il bene di tutti. Non è una soluzione che mi piace, ma vedo che in cooperativa, soprattutto a tavola si preferisce il silenzio. Sono di solito io che rompo le scatole e do fuoco alla miccia che fa esplodere il conflitto, anche e soprattutto a tavola. Siccome l’argomento mi porta lontano mi fermo qui e lo continuo domani.

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