Lc. 5,4-11
4 Com’ebbe terminato di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo, e gettate le reti per pescare». 5 Simone gli rispose: «Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati, e non abbiamo preso nulla; però, secondo la tua parola, getterò le reti». 6 E, fatto così, presero una tal quantità di pesci, che le reti si rompevano. 7 Allora fecero segno ai loro compagni dell’altra barca, di venire ad aiutarli. Quelli vennero e riempirono tutt’e due le barche, tanto che affondavano. 8 Simon Pietro, veduto ciò, si gettò ai piedi di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». 9 Perché spavento aveva colto lui, e tutti quelli che erano con lui, per la quantità di pesci che avevano presi, 10 e così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Allora Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11 Ed essi, tratte le barche a terra, lasciarono ogni cosa e lo seguirono.
Commento
E’ un brano molto conosciuto e quindi mi soffermo su un particolare. Prendi il largo. L’invito rivolto a Pietro è “conduci fuori nel profondo”. Se questa frase è rivolta a Pietro a maggior ragione possiamo applicare lo stesso versetto a tutta la chiesa. Essa è chiamata, su invito del Signore ad andare molto al largo. Andare a pescare al largo. Non deve aver paura di entrare nel mondo – il mare, l’abisso è il simbolo del mondo, del male, della perversità, dove si affoga –, non deve bordeggiare per paura. No. “Vai al largo e getta le reti”. È come se al largo, in mezzo alle tempeste e più ancora negli abissi dove ci sono le paure degli uomini la chiesa è chiamata ad arrivare e a calare le reti per tirar fuori uomini dagli abissi della loro vita. Pietro non aveva pescato nulla e quindi era un po’ fallito, non aveva combinato niente di buono. Allora questo invito è proprio un invito a fidarsi del Signore per riprovare a pescare ancora una volta. Questa volta con il Signore. Ecco dove sta la novità: Gesù ci prende nel fallimento della nostra vita e ci chiede di ripartire con Lui. Il problema fondamentale per la chiesa, per la comunità, per la nostra barca, per questo mondo non è che siamo più o meno bravi, più o meno esperti: è se ascoltiamo oggi la sua Parola.
Preghiamo
Preghiamo per coloro che in qualche modo si sentono falliti nella vita.
E ci viene a cercare… là dove noi siamo, là dove la nostra vita avvizzisce, là dove le speranze sono svanite. Ci viene a cercare e ci ridà quel nutrimento di cui abbiamo bisogno per riportarci in vita, alla luce, alla gioia e allo stupore. Unisco la mia preghiera a quella di tutti voi per chi è sfiduciato e stanco e per le intenzioni custodite nei cuori di ciascuno.
Faccio anche mia la riflessione di Elena che ha detto così bene ciò che trova risonanza dentro di me e così pure mi unisco alle intenzioni espresse…