sinfonia

di | 4 Marzo 2022

Internet permette di fare quasi tutto. Qualcuno osa dire tutto, ma io dico quasi. E poi internet ti permette di fare quasi tutto nella logica del bene, ma ti permette di fare tutto anche nella logica del male. E quindi dobbiamo stare attenti. Ma non è di questo che voglio parlare. Sto andando completamente fuori discorso. Internet mi è servito solo per cercare notizie in maniera corretta. Era l’anno 1989, era appena caduto il muro di Berlino. Era il giorno 9 novembre 1989 in quei giorni Leonard Bernstein riunì le prime parti delle principali orchestre europee e diresse la NONA SINFONIA DI BEETHOVEN, sostituendo la parola gioia con quella di LIBERTA’.Qualcuno riteneva che ormai la libertà, la pace, un mondo nuovo stava per nascere. Tutti eravamo proiettati verso il futuro, un futuro bello, un po’ romantico. Pensando a questi giorni terribili mi è venuto un mente proprio quell’immagine della porta di Brandeburgo, della sinfonia di Beethoven, della libertà. Tutto è stato smentito dai fatti. Non sono uno storico, ma se vogliamo capire qualcosa dei nostri giorni, dobbiamo tornare a quei giorni e capire come tutto quel sogno di libertà  è stato tradito e quando un sogno viene tradito è dura riuscire a capirsi. L’economia ha spinto al massimo il senso del profitto e ha costruito quelli che vengono chiamati i super ricchi, lasciando per strada profughi e poveri, scarti del mondo, in ogni parte del mondo. Dal 1989 in avanti sono state fatte guerre in nome della democrazia, ma la democrazia non si basa sulla violenza,  ma sulla libertà e sul dialogo. E poi la crisi ambientale, le guerre locali. Ricordiamoci che siamo passati in mezzo a guerre come l’Afghanistan, L’iraq, la Siria, e via dicendo. Questa ultima guerra non è nata per caso. È figlia di un percorso dove tutti occidente, oriente e via dicendo hanno messo del loro per arrivare qui. Oggi il cattivo è Putin e sicuramente non è giustificabile per niente quello che sta facendo, , ma la storia è ben più lunga di questi ultimi giorni di guerra. La porta di Brandeburgo ci aveva illuso, ma non è sufficiente un illusione, un utopia, ci vogliamo mani, cuore, testa e sano realismo per costruire un mondo nuovo. Ci vuole lo slancio di tutte le donne e gli uomini che credono nel mondo della pace e della giustizia. Intanto possiamo credere ad una cosa: accogliere chi soffre. Perché io il mio sguardo lo voglio volgere la dove c’è ogni sofferenza umana.  

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