sabato 9 marzo

di | 8 Marzo 2024

Ez. 40,38-41,4

C’era una camera con l’ingresso vicino ai pilastri delle porte; là si lavavano gli olocausti. 39 Nel vestibolo della porta c’erano due tavole di qua e due tavole di là per scannarvi su gli olocausti, i sacrifici espiatori e per la colpa. 40 A uno dei lati esterni, a settentrione di chi saliva all’ingresso della porta, c’erano due tavole; dall’altro lato, verso il vestibolo della porta, c’erano due tavole. 41 Così c’erano quattro tavole di qua e quattro tavole di là, ai lati della porta: in tutto otto tavole, per scannare su di esse i sacrifici. 42 C’erano ancora, per gli olocausti, quattro tavole di pietra tagliata, lunghe un cubito e mezzo e larghe un cubito e mezzo e alte un cubito, per porvi su gli strumenti con i quali si scannavano gli olocausti e gli altri sacrifici. 43 Degli uncini di un palmo erano fissati nella casa tutto intorno; sulle tavole doveva essere messa la carne delle offerte. 44 Fuori della porta interna c’erano due camere, nel cortile interno: una era accanto alla porta settentrionale e guardava a mezzogiorno; l’altra era accanto alla porta meridionale e guardava a settentrione. 45 Egli mi disse: «Questa camera che guarda verso mezzogiorno è per i sacerdoti che sono incaricati del servizio della casa; 46 la camera che guarda verso settentrione è per i sacerdoti incaricati del servizio dell’altare; i figli di Sadoc, sono quelli che, tra i figli di Levi, s’accostano al SIGNORE per fare il suo servizio». 47 Egli misurò il cortile; era quadrato e misurava cento cubiti di lunghezza e cento cubiti di larghezza; l’altare stava davanti alla casa. 48 Poi mi condusse nel vestibolo della casa e misurò i pilastri del vestibolo: cinque cubiti di qua e cinque di là; la larghezza della porta era di tre cubiti di qua e tre di là. 49 La lunghezza del vestibolo era di venti cubiti; la larghezza era di undici cubiti; vi si saliva per dei gradini; presso i pilastri c’erano delle colonne, una di qua e una di là. 41,1 Poi mi condusse nel tempio e misurò i pilastri; misuravano sei cubiti di larghezza da un lato e sei cubiti di larghezza dall’altro, larghezza della tenda. 2 La larghezza dell’ingresso era di dieci cubiti; le pareti laterali dell’ingresso misuravano cinque cubiti da un lato e cinque cubiti dall’altro. Egli misurò la lunghezza del tempio: quaranta cubiti, e venti cubiti di larghezza. 3 Poi entrò dentro e misurò i pilastri dell’ingresso: due cubiti; l’ingresso misurava sei cubiti; la larghezza dell’ingresso: sette cubiti. 4 Misurò una lunghezza di venti cubiti e una larghezza di venti cubiti in fondo al tempio; e mi disse: «Questo è il luogo santissimo».

Commento

Continua questo viaggiare in visione del profeta Ezechiele dentro il nuovo tempio di Gerusalemme. Questa descrizione così minuziosa ci aiuta a comprendere il mondo del sacro dell’uomo antico che noi per certi versi abbiamo perso. Magari certe cose non le condividiamo più, come la descrizione di quelle stanze che servono per preparare gli animali al grande sacrificio, eppure il mondo antico era stato capace di costruire una sua sacralità che noi oggi o abbiamo cancellato oppure abbiamo sostituito con il sacro del commercio e dei suoi centri. La stanza più importante di tutto il tempio è il luogo santissimo del santo dei santi dove dimora la gloria di Dio, la sua presenza garanzia di sicurezza per tutto il popolo. Questo luogo santissimo venne distrutto con la distruzione della città e del tempio e quindi con questa distruzione se n’è andata anche la gloria di Dio, la presenza di Dio. Ora Ezechiele in visione vede la ricostruzione del santo dei santi e quindi può sognare il ritorno della gloria di Dio. Ezechiele tende a sottolineare come entrando nello spazio sacro del tempio, l’uomo che varca quella soglia, è come se entrasse in un altro spazio e in un altro tempo: lo spazio e il tempo di Dio e dell’uomo che incontra Dio.

Preghiamo

Preghiamo per la pace

2 pensieri su “sabato 9 marzo

  1. sr Alida

    Il sacro, che ne abbiamo fatto dimenticato? Forse si. Come è costruita la chiesa, lo riteniamo scontato facile il non silenzio… Ci aiuti il Signore a riprendere nel nostro cuore ciò che sacro non solo nel luogo,ma ciò che c’è nell’umano.nella preghiera una accorata richiesta di pace.

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  2. Elena

    Vedo le molte sfaccettature della sacralità. Cerco di custodirne la soave bellezza e la pace che ne proviene. Non è solo in qualche luogo, deputato al sacro, è nella vita stessa di tutti noi e di tutto ciò che ci circonda. Bagliori o incontri prolungati col sacro, mi tengono con la mano stretta, a volte intrecciata, nella mano di Dio. Ed è una cosa che mi riempie di gioia. E che custodisco come il tesoro più grande…
    Prego per la pace insieme a voi.

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