sabato 18 marzo

di | 17 Marzo 2023

Esodo 34,29-35

Quando Mosè scese dal monte Sinai – le due tavole della Testimonianza si trovavano nelle mani di Mosè mentre egli scendeva dal monte – non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con lui. 30Ma Aronne e tutti gli Israeliti, vedendo che la pelle del suo viso era raggiante, ebbero timore di avvicinarsi a lui. 31Mosè allora li chiamò, e Aronne, con tutti i capi della comunità, tornò da lui. Mosè parlò a loro. 32Si avvicinarono dopo di loro tutti gli Israeliti ed egli ingiunse loro ciò che il Signore gli aveva ordinato sul monte Sinai.
33Quando Mosè ebbe finito di parlare a loro, si pose un velo sul viso. 34Quando entrava davanti al Signore per parlare con lui, Mosè si toglieva il velo, fin quando non fosse uscito. Una volta uscito, riferiva agli Israeliti ciò che gli era stato ordinato. 35Gli Israeliti, guardando in faccia Mosè, vedevano che la pelle del suo viso era raggiante. Poi egli si rimetteva il velo sul viso, fin quando non fosse di nuovo entrato a parlare con il Signore.

Commento

Mosè scende dal monte con le nuove tavole della legge, ma non sapeva del cambiamento del suo volto. Il testo dice che il suo volto era diventato raggiante, poiché aveva conversato con il Signore.  Questa esperienza del volto luminoso nasce non da un’esperienza miracolosa, ma da un’esperienza di relazione profonda con il Signore. Sul monte Mosè ha dialogato profondamente con Dio. sono gli altri che guardandoci ce lo rivelano: «Aronne e tutti gli Israeliti, vedendo che la pelle del suo viso era raggiante, ebbero timore di avvicinarsi”. Sono gli altri che si rendono conto che il volto di Mosè è cambiato di aspetto. Infatti anche se Mosè non vede il volto di Dio, il suo volto è invece pieno della luce dell’incontro con Dio e gli altri vedono questa luce. Anche il profeta ha bisogno della comunità per scoprire che il suo volto è luminoso. La fede di tutti è sempre un’esperienza relazionale. Mosè non vede il volto della voce che gli cambia il volto, lo vede solo con gli occhi del popolo. È l’incrocio di occhi che ci fa vedere Dio. Il profeta vive una sua tipica solitudine che attraversa tutto l’Esodo, ma ha bisogno degli altri per vedere i segni della sua vocazione che fiorisce in pienezza solo grazie agli occhi fiduciosi dei compagni dello stesso viaggio. Il non riuscire a vedere lo splendore del proprio volto è una tipica sofferenza di ogni vera vocazione profetica, che la rende umile e perenne mendicante di reciprocità. Ma questa sofferenza può essere superata grazie agli altri che ti indicano la luce della vita.

Preghiamo

Preghiamo per Roberto

2 pensieri su “sabato 18 marzo

  1. srAlida

    La fede come esperienza di relazione, che bello riuscire a viverla così… Preghiamo per Roberto e per Nicoletta e Claudia per le loro famiglie… E dovremmo lo sappiamo aggiungere quanti nomi e situazioni, Signore tu le sai tutte ti preghiamo.

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  2. Elena

    Relazioni d’amore e dialogo profondo che rendono raggianti! Noi non lo vediamo, se ne accorgono gli altri…
    Possa anche il nostro viso diventare raggiante di Te, Signore! E che la luce che riflettiamo possa illuminare altri volti, altri sguardi, altre vite.

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