mercoledì 1 luglio

di | 30 Giugno 2020

At 7,30 43                                                                            30 Passati quarant’anni, gli apparve nel deserto del monte Sinai un angelo, in mezzo alla fiamma di un roveto ardente. 31 Mosè rimase stupito di questa visione e, mentre si avvicinava per vedere meglio, venne la voce del Signore: 32 “Io sono il Dio dei tuoi padri, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe”. Tutto tremante, Mosè non osava guardare. 33 Allora il Signore gli disse: “Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo in cui stai è terra santa. 34 Ho visto i maltrattamenti fatti al mio popolo in Egitto, ho udito il loro gemito e sono sceso a liberarli. Ora vieni, io ti mando in Egitto”. 35 Questo Mosè, che essi avevano rinnegato dicendo: “Chi ti ha costituito capo e giudice?”, proprio lui Dio mandò come capo e liberatore, per mezzo dell’angelo che gli era apparso nel roveto. 36 Egli li fece uscire, compiendo prodigi e segni nella terra d’Egitto, nel Mar Rosso e nel deserto per quarant’anni. 37 Egli è quel Mosè che disse ai figli d’Israele: “Dio farà sorgere per voi, dai vostri fratelli, un profeta come me”. 38 Egli è colui che, mentre erano radunati nel deserto, fu mediatore tra l’angelo, che gli parlava sul monte Sinai, e i nostri padri; egli ricevette parole di vita da trasmettere a noi. 39 Ma i nostri padri non vollero dargli ascolto, anzi lo respinsero e in cuor loro si volsero verso l’Egitto, 40 dicendo ad Aronne: “Fa’ per noi degli dèi che camminino davanti a noi, perché a questo Mosè, che ci condusse fuori dalla terra d’Egitto, non sappiamo che cosa sia accaduto”. 41 E in quei giorni fabbricarono un vitello e offrirono un sacrificio all’idolo e si rallegrarono per l’opera delle loro mani. 42 Ma Dio si allontanò da loro e li abbandonò al culto degli astri del cielo, come è scritto nel libro dei Profeti: Mi avete forse offerto vittime e sacrifici per quarant’anni nel deserto, o casa d’Israele? 43 Avete preso con voi la tenda di Moloc e la stella del vostro dio Refan, immagini che vi siete fabbricate per adorarle! Perciò vi deporterò al di là di Babilonia.

Commento

Il discorso di Stefano davanti ai sommi sacerdoti si fa sempre più articolato, sempre più profondo. Stefano continua a parlare di Mosè. Oggi quello che viene messo particolarmente in evidenza è la “mediazione” essenziale esercitata dal Cristo tra Dio e l’umanità. Quello che Mosè è stato per Israele, Gesù lo è per tutto il mondo. La straordinaria vicenda di Mosè nel deserto e davanti al roveto, ricorda in qualche modo la grande profezia del Figlio di Dio, del suo rapporto assolutamente unico con il Padre, e quindi di come Egli sia la fonte suprema di quella Parola che anticamente Mosè ha ricevuto e trasmesso ai figli d’Israele, e che nella pienezza dei tempi, pienamente svelata e adempiuta, Gesù Cristo affida alla Chiesa per l’umanità intera. Il roveto è immagine del Padre e come il roveto ha fatto conoscere a Mosè il nome di Dio, così il Padre fa conoscere a Gesù suo figlio e a tutti noi suoi figli il suo vero nome: Dio padre di misericordia.  Sappiamo che Mosè viene rifiutato e rigettato dal popolo. Ma respingere Mosè è come respingere  Gesù e di conseguenza respingere Dio stesso, fino all’idolatria che adora il vitello d’oro.  Come il popolo ha respinto Mosè e Dio, così Stefano sembra dire che i sacerdoti hanno respinto Gesù e tante volte anche noi cristiani respingiamo Gesù stesso.

Preghiamo

Preghiamo per tutti gli sposi

Un pensiero su “mercoledì 1 luglio

  1. sr Alida

    Non avrei mai detto che negli atti degli apostoli un discepolo del Signore raccontasse la storia della salvezza certo è se guardo a Stefano di quanto coraggio manco nell’annuncio del Signore ,…Il levare i sandali di Mosè può essere l’atteggiamento che assumo per le persone a me vicine e per quelle che il Signore pone sul mio cammino ,Con voi prego per tutti gli sposi .Possiamo scoprire ciascuno quanto è sacra la nostra vita .

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