martedì 21 novembre

di | 21 Novembre 2017

lettera ai romani Rm 5,12-14                                              

12Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, e così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato… 13Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, 14la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.

Commento

Viene ora introdotta la figura di Adamo e questo sempre per dimostrare che è solo la fede che salva. Gesù Cristo è l’unico che può risolvere il problema del male che sta nell’uomo. Di fronte a questa constatazione di fede, Paolo sviluppa delle premesse che esistevano nel suo ambiente e nella sua mentalità, sviluppa cioè la dottrina della responsabilità del primo uomo, come causa della rovina, a cui si contrappone Gesù come causa della salvezza. Dunque Cristo capovolge la situazione di Adamo. Paolo crea due simboli, mette di fronte due “tipi” di umanità, Adamo e Cristo, sono due modelli di uomo, due modi di essere uomo, due modi di rapportarsi a Dio. Ora, esisteva, l’idea della diffusione generale del peccato. Adamo è l’uomo disobbediente, ad esso si contrappone il Cristo che è l’uomo obbediente, dove “obbediente” significa capace di fidarsi. Adamo è l’uomo che conosce la volontà di Dio e fa di testa sua perché non si fida. L’atteggiamento della disobbedienza, della sfiducia è la radice del peccato, l’origine di ogni peccato, è il peccato originale, è l’atteggiamento di Adamo che non si fida di Dio. Di fronte a questo “tipo”, a questo prototipo di uomo, vi è l’altro grande prototipo che è Gesù Cristo, l’uomo che si fida, fino in fondo, si è fatto obbediente fino alla morte in croce. La morte del Figlio sulla croce, come segno dell’amore di Dio, non ha niente a che fare con riflessioni su riscatti, pagamenti di riscatti, soddisfazioni pagate a Dio, come vendetta per la trasgressione antica, sono tutte immagini che non presentano l’amore di Dio. La morte del Cristo è l’atto di amore dell’uomo Gesù per essere fedele a Dio.

Preghiamo

Preghiamo per Gian Carla

 

3 pensieri su “martedì 21 novembre

  1. sr Rita

    Di fronte a questo brano mi vien da pensare alle appartenenze. Si appartiene al male, ad Adamo che per primo sperimentò il frutto sbagliato della libertà; si appartiene al nuovo Adamo, Gesù Cristo che è entrato nella nostra libertà e ci dà la possibilità di scegliere il bene.
    No siamo né giusti né dannati: siamo soltanto uomini che barcollano tra scelte di bene e fragilità. Ci sia dato discernimento e fede vera.

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  2. . Elena

    Per noi è una grande ricchezza aver conosciuto Gesù, l’Uomo Nuovo. Una grande opportunità, perché davvero, la legge è solo una legge, mentre Gesù è venuto a fare conoscere l’amore e la tenerezza di Dio, incarnandoli entrambi, vivendo e morendo per questo amore. Noi che conosciamo abbiamo forse qualche opportunità in più? Dipende da ciò che scegliamo, ma quando il confine è fragile e incerto, la Luce che viene dall’amore, forse può aiutarci a non cadere, ad aggrapparci, a voler essere dalla parte giusta….
    Preghiamo per Gian Carla e per Alberto e la sua famiglia. Una preghiera per tutte le donne vittime di violenza.

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  3. sr.Alida

    Obbedire come fidarsi,non fidarsi è origine di ogni male,come dire non credere è origine di ogni peccato…O si appartiene a Gesù,uomo nuovo ,o si appartiene al vecchio Adamo…Lo Spirito Santo guidi il nostro cammino le nostre scelte.Mi unisco alle nostre intenzioni di preghiera .

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