lunedì 26 febbraio

di | 25 Febbraio 2024

Ez 33,21-33

Nell’anno dodicesimo della nostra deportazione, nel decimo mese, il cinque del mese, arrivò da me un fuggiasco da Gerusalemme per dirmi: “La città è presa”. 22La sera prima dell’arrivo del fuggiasco, la mano del Signore fu su di me e al mattino, quando il fuggiasco giunse, il Signore mi aprì la bocca. La mia bocca dunque si aprì e io non fui più muto. Mi fu rivolta questa parola del Signore: 24“Figlio dell’uomo, gli abitanti di quelle rovine, nella terra d’Israele, vanno dicendo: “Abramo era uno solo ed ebbe in possesso la terra e noi siamo molti: a noi dunque è stata data in possesso la terra!”. 25Perciò dirai loro: Così dice il Signore Dio: Voi mangiate la carne con il sangue, sollevate gli occhi ai vostri idoli, versate il sangue, e vorreste avere in possesso la terra? 26Voi vi appoggiate sulle vostre spade, compite cose nefande, ognuno di voi disonora la donna del suo prossimo e vorreste avere in possesso la terra? 27Annuncerai loro: Così dice il Signore Dio: Com’è vero ch’io vivo, quelli che stanno fra le rovine periranno di spada; darò in pasto alle belve quelli che sono per la campagna, e quelli che sono nelle fortezze e dentro le caverne moriranno di peste. 28Ridurrò la terra a una solitudine e a un deserto e cesserà l’orgoglio della sua forza. I monti d’Israele saranno devastati, non vi passerà più nessuno. 29Sapranno che io sono il Signore quando farò della loro terra una solitudine e un deserto, a causa di tutti gli abomini che hanno commesso. 30Figlio dell’uomo, i figli del tuo popolo parlano di te lungo le mura e sulle porte delle case e si dicono l’un l’altro: “Andiamo a sentire qual è la parola che viene dal Signore”. 31In folla vengono da te, si mettono a sedere davanti a te e ascoltano le tue parole, ma poi non le mettono in pratica, perché si compiacciono di parole, mentre il loro cuore va dietro al guadagno. 32Ecco, tu sei per loro come una canzone d’amore: bella è la voce e piacevole l’accompagnamento musicale. Essi ascoltano le tue parole, ma non le mettono in pratica. 33Ma quando ciò avverrà, ed ecco avviene, sapranno che c’è un profeta in mezzo a loro”.

Commento

Tra gli esiliati della prima ora arriva un fuggiasco che annuncia che la città di Gerusalemme è presa, è conquistata. Il profeta che era rimasto muto ora ricomincia a parlare. Ecco le parole del fuggiasco: «Nell’anno dodicesimo della nostra deportazione, nel decimo mese, il cinque del mese, arrivò da me un fuggiasco da Gerusalemme per dirmi: “La città è presa”. La sera prima dell’arrivo del fuggiasco, la mano del Signore fu su di me e al mattino, quando il fuggiasco giunse, il Signore mi aprì la bocca». Sì la città è presa ed ora il profeta torna a parlare. E che cosa dice? Ezechiele restò muto, probabilmente, durante l’assedio di Gerusalemme. Ora inizia una nuova fase della sua vita e di quella del suo popolo. E quindi la parola torna, anche se quella parola non sarà più la parola di prima dell’assedio e della morte della moglie, la delizia dei miei occhi.  Ezechiele parlerà ancora, e dirà parole nuove generate dalla fine della  città santa e del suo tempio. Dal dolore Ezechiele reimpara a parlare con parole nuove. Le prime parole nuove sono per chi pensa che scampato alla rovina e alla deportazione si sente autorizzato a sentirsi il nuovo popolo salvato e eletto. Ezechiele dichiara solo questo: nessuno ti autorizza a sentirti popolo eletto, solo Dio salva.

Preghiamo

Preghiamo per i giovani

2 pensieri su “lunedì 26 febbraio

  1. sr Alida

    Sapersi tra il popolo farne parte è una grossa opportunità di salvezza. Il Signore ci doni consapevolezza di questo dono per saperci amati ed essere più sereni e più disponibili nel rispondere al suo amore. Anche i giovani comprenda o questa grossa opportunità preghiamo.

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  2. Elena

    E anche oggi, la profezia di Ezechiele risuona… “Nessuno ti autorizzi a sentirti popolo eletto.”
    Siamo tutti figli di un solo Padre. Nessuno è superiore ad altri, nessuno è migliore, nessuno più meritevole… Quante le ipocrisie, quante le manipolazioni e le sopraffazioni in nome di religioni o poteri politici che di religioso e di sacro non hanno nulla.
    L’essere figli ci accomuna e ci rende tutti bisognosi di misericordia, di perdono e di amore.

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