lunedì 14 febbraio

di | 13 Febbraio 2022

Gen 22,1-14

1 Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». 2 Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, va’ nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò». 3 Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. 4 Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. 5 Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l’asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi». 6 Abramo prese la legna dell’olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutt’e due insieme. 7 Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello per l’olocausto?». 8 Abramo rispose: «Dio stesso provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutt’e due insieme; 9 così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò il figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna. 10 Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. 11 Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». 12 L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio». 13 Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. 14 Abramo chiamò quel luogo: «Il Signore provvede», perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore provvede».

Commento

Ecco un altro brano del libro della genesi discutibile e che fa discutere tutti quelli che lo commentano, ma fa riflettere anche me. Come può Dio chiedere un’obbedienza così forte ad Abramo? E come può Abramo sottomettersi a tale obbedienza che chiede il sacrificio del figlio? Vediamo se troviamo una strada accessibile per un commento adeguato. Anzitutto questo brano ci dice che il Dio di Israele non vuole sacrifici umani, come era invece consuetudine nei popoli vicini a Israele. Questo racconto esemplare vieta al popolo di Israele di scivolare in una visione sanguinaria della fede. Questo brano dice, inoltre, che il Dio di Israele rompe il legame tra padri e figli; il figlio è da lasciare andare e ad un certo punto il rapporto padre figlio va ricostruito in maniera nuova. Infatti noi possiamo comodamente intitolare questo testo: la legatura di Isacco, perché Abramo vuole legare il figlio. Questa legatura simbolica al padre è il vero sacrificio del figlio. Nel legame padre-figlio non c’è possesso, ma libertà, consapevolezza, scelta: Isacco appartiene a Dio, non a suo padre Abramo.

Preghiamo

Preghiamo per tutti i padri e per tutti figli

2 pensieri su “lunedì 14 febbraio

  1. Elena

    Pongo sull’altare della preghiera tutti i padri e tutti i figli, i genitori e i loro figlioli. Quando nasce un figlio, spesso preghiamo, lo affidiamo a Dio e alla Madre Celeste. Questo forse è il nostro offrire sull’altare, oggi. Tu ce li hai dati,appartengono a Te… A Te un giorno li restuiremo, così come restituiremo noi stessi all’amore che ci ha chiamati alla vita.
    Però oggi abbine cura, là dove noi non sappiamo vedere, non sappiamo capire, non sappiamo esserci…

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  2. sr Alida

    Offro i piccoli frangenti quotidiani per la pace, per i giovani… Per tutti i padri e i figli.

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