giovedì 16 febbraio

di | 15 Febbraio 2017

trinità Matteo 9,35-10,4           

35 Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. 36 Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. 37 Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! 38 Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». 10,1 Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. 2 I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; 3 Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; 4 Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.

Commento

Il versetto 36 è forse uno dei più significativi del capitolo 9 e 10 e di tutto il vangelo di Matteo. Come vede la folla Gesù? Stanche e sfinite, come pecore che non hanno pastore e ne ebbe compassione. Il verbo “sentì compassione” è verbo fortissimo! Si tratta di un sentimento divino che coinvolge Gesù interamente, persino “fisicamente”, fino alle sue viscere. E’ un verbo che accompagna tutta la Parola di Dio. Egli ha tanti diversi e opposti sentimenti verso il suo Popolo, ma il sentimento dominante, quello che alla fine sempre in Lui prevale, è appunto quello della compassione. Di una compassione interamente da Lui partecipata. E’ il verbo forte della sua misericordia, e alla fine è quello più potente a descrivere il suo amore, talmente forte da trascinarlo verso e dentro la storia del suo Popolo. La divina compassione di Gesù è per tutta  l’umanità. E poi vi è la riposta: pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe. Non si tratta di mandare uomini e donne in missione, ma si tratta di fare in modo che  chi segue il signore possa sentire della stessa misericordia di Gesù. Questo è il vero mandato del signore: andate, sentite la stessa compassione di Dio per tutti gli uomini. Questa è la vera missione. Ecco perché la messe è poca, perché pochi sono gli uomini e le donne che sentono della stessa misericordia di Dio.

Preghiamo

Preghiamo per tutti i malati.

3 pensieri su “giovedì 16 febbraio

  1. Elena

    La compassione di Gesù è grande, così è difficile trovarla negli uomini. Sento, vivo la compassione di Gesù, ma non mi è sempre facile essere compassionevole come Lui. Mi accorgo che mi manca sempre qualcosa. Non sono compassionevole con tutti, sono selettiva, approssimativa o non disponibile alla misericordia verso qualcuno. Com’è difficile esserti discepola, operaia nella Tua messe, Signore. Quanta resistenza oppongo a volte! E quanta strada ancora ho da percorrere….
    Prego con voi per gli ammalati e ricordo Silvana.

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  2. sr Rita

    Un elenco di nomi e dietro ogni nome una persona coi suoi misteri e le sue sorprese. Gesù chiama per una sequela e una missione che sembrerà a volte impossibile. Eppure Gesù stesso rende capaci questi uomini di vivere cose impossibili. Tra questi nomi c’è anche il mio, il nostro. Chiamati, inviati, benedetti. Grazie Signore per questa sequela, anche per i momenti un po’ meno esaltanti.

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  3. sr Alida

    Tutte le città ,ogni malattiae infermità …Mi fà anche bene far risuonare queste parole ,perchè tra quelle infermità ,c’è anche quella del mio cuore…Così come ogni nome ha la sua chiamata ed è amato nelle sue vicende liete o sofferte..IL Signore mi riprende,rifà il mio vaso con gli stessi cocci e trasforma le mie rotture di pensiero ,di sguardo ,di azione ,le riveste di compassione ,affinchè richiamata e amata ,posa aggiungermi agli operai che coltivano e riversano sulla messe ,quanto ricevuto in dono
    mi unisco alla pre ghiera per gli ammalati e alle nostre intenzioni .

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