giovedì 11 aprile

di | 10 Aprile 2024

Mc. 1,14-20

14 Dopo che Giovanni fu messo in prigione, Gesù si recò in Galilea, predicando il vangelo di Dio e dicendo: 15 «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete al vangelo». 16 Mentre passava lungo il mare di Galilea, egli vide Simone e Andrea, fratello di Simone, che gettavano la rete in mare, perché erano pescatori. 17 Gesù disse loro: «Seguitemi, e io farò di voi dei pescatori di uomini». 18 Essi, lasciate subito le reti, lo seguirono. 19 Poi, andando un po’ più oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni, suo fratello, che anch’essi in barca rassettavano le reti; 20 e subito li chiamò; ed essi, lasciato Zebedeo loro padre nella barca con gli operai, se ne andarono dietro a lui.

Commento

Nel momento in cui Gesù inizia la sua vicenda di annunciatore del regno di Dio, il primo gesto che compie è quello di chiamare due coppie di fratelli. Gesù inizia la sua missione legando il suo nome a quello di altri nomi. La sua missione è bene chiara: non è una cavalcata solitaria, ma un cammino comunitario, dove l’amicizia ha un valore fondamentale. Potremmo dire che è la storia non di un singolo, ma del due o più, di un gruppo di amici che guardano a Gesù non come l’autorevole maestro, ma come ad un compagno di viaggio. Interessante anche un altro particolare di queste chiamate. Mentre i profeti chiamavano i loro discepoli al termine della  loro attività profetica, quasi per cercare un successore, Gesù li chiama all’inizio del suo percorso. Non cerca successori, cerca una comunità. Per Marco i discepoli vengono chiamati da Gesù durante il loro lavoro di pescatori. Forse questo fatto ci vuole dire che la parola sacra ed in particolare Gesù valorizza il lavoro manuale. Gesù rende umano il lavoro e cerca le persone nei luoghi del loro lavoro. E se oggi Gesù cercasse uomini e donne in una scuola, in una corsia di ospedale, in una fabbrica per costruire con loro una nuova comunità del due o del più?

Preghiamo

Preghiamo per Giuseppe

2 pensieri su “giovedì 11 aprile

  1. Elena

    Mi sono chiesta se Gesù, chiamando queste persone semplici, lavoratrici, diverse fra loro, abbia ricevuto qualche ” non posso, non adesso, non me la sento, non fa per me, domani…”. Tutti hanno lasciato al volo quello che stavano facendo per unirsi al fianco di Gesù e creare una comunità.
    Poi, durante gli incontri successivi, sì, sono arrivati i “ma, non riesco, però “…e tutte le fatiche umane nel seguire Gesù sulla Sua strada. Ma quei primi 12 amici, apostoli, hanno aderito immediatamente. Cosa hanno pensato? Cosa hanno visto nel Gesù che li chiamava? In cosa hanno creduto così ciecamente da affidargli la loro vita ed il loro incerto futuro????
    Fosse accaduto oggi, a me, cosa avrei fatto? Forse avrei osservato Gesù da un ramo d’albero, avrei cercato di capire che persona era e se fossi stata pronta per fare un salto nel vuoto con Lui. Un salto senza ritorno. Mi sarei fidata? Affidata? Forse mi avrebbe tirata giù dall’albero dicendomi: “Vengo a cena da te” e forse l’amicizia sarebbe nata così. Mi avrebbe cercata Lui, e avrebbe aperto il mio cuore sciogliendo i nodi che contiene e aprendone le porte chiuse dalla vita, perché io sono ancora troppo diffidente, difesa. È Lui che raggiunge me, io sono lenta… Questa è la Sua meraviglia! È Lui che che chiama me e che aspetta scenda da un albero dal quale cerco di capire chi sia, per condividere una cena. E mi chiama per nome, perché sa chi e cosa sono…. E mi ama così, con le mie resistenze e le mie diffidenze, ma sa cosa fare di tutto ciò che io porto in me…
    Prego per Giuseppe e per quanti, chiamati, non sentono ancora la grazia del Signore.

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  2. sr Alida

    Vede Gesù che si fa compagno di viaggio, profonda la riflessione di Elena concreta e bella grazie, forse avevano già capito dalla sua persona che non li avrebbe lasciati soli,forse per questo l’hanno seguito subito. Li chiama all’inizio del suo ministero divino, forse perché con i nostri pochi pani è pesci ci vuole collaboratori nell’annuncio della lieta notizia del Vangelo e quando bisogna operare si lavora quando bisogna fermarsi ad accogliere ci si ferma, ed è necessario avere led essere compagni di viaggio a nostra volta. Rendimi attenta Signore alle tue chiamate di ogni giorno,. Mi unisco alle intenzioni di preghiera di oggi.

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