giovedì 10 marzo

di | 9 Marzo 2022

gen. 32,23-33

Durante quella notte egli si alzò, prese le due mogli, le due schiave, i suoi undici bambini e passò il guado dello Iabbok. 24Li prese, fece loro passare il torrente e portò di là anche tutti i suoi averi. 25Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell’aurora. 26Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all’articolazione del femore e l’articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui. 27Quello disse: “Lasciami andare, perché è spuntata l’aurora”. Giacobbe rispose: “Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!”. 28Gli domandò: “Come ti chiami?”. Rispose: “Giacobbe”. 29Riprese: “Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!”. 30Giacobbe allora gli chiese: “Svelami il tuo nome”. Gli rispose: “Perché mi chiedi il nome?”. E qui lo benedisse. Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuèl: “Davvero – disse – ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva”. 32Spuntava il sole, quando Giacobbe passò Penuèl e zoppicava all’anca. 33Per questo gli Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il nervo sciatico, che è sopra l’articolazione del femore, perché quell’uomo aveva colpito l’articolazione del femore di Giacobbe nel nervo sciatico.

Commento

Giacobbe è per eccellenza l’uomo che lotta sempre e che alla fine cerca una riconciliazione. e fa così anche con Dio. Prima di riconciliarsi con suo fratello Esaù, la notte al torrente Jabbok , lotta con Dio. Mentre cerca suo fratello viene sorpreso la notte da un essere misterioso, con il quale ingaggia una lotta che dura fino all’aurora. È una lotta che non indebolisce ma dà forza, anzi trasforma Giacobbe profondamente. In questa lotta si compie la sua parabola, da scartato, peccatore, diviene forte al punto da vincere contro Dio e contro gli uomini, e ricevere così una nuova identità. Attenzione qui non si tratta di una forza fisica e lo si capisce dalla grande importanza dei nomi che dicono la funzione di chi lo porta, la sua ragione d’essere; rivelarlo indica una resa, un abbandonarsi a qualcuno. Alla richiesta di Giacobbe di conoscere il nome di Dio che ha lottato con lui, Egli si ritrae, il nome di Dio rimane misterioso. È Giacobbe che riceve un nuovo, infatti Giacobbe che  vuol dire il soppiantatore, ora diventa Israele. Nasce il popolo di Dio dove il nome Israele può anche voler dire “Dio è forte”, tornando a sottolineare che la forza di Giacobbe è in realtà la forza di Dio, la sua vittoria è Dio

Preghiamo

Preghiamo per Mattia

2 pensieri su “giovedì 10 marzo

  1. Elena

    Preghiamo per tutti coloro che lottano, per vivere, per avere nuove opportunità, per ricercare riconciliazione, per creare accordi buoni, per non perdere la speranza e la fiducia. Il Signore sia la loro forza. La forza per tutti noi.
    E preghiamo per Mattia.

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  2. sr Alida

    La forza di Giacobbe è la forza di Dio, prego con voi per le intenzioni espresse per Mattia, per la salute mentale di Caterina non vedente.

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