Cosa ho fatto oggi? Ho corso, ho parlato, ho incontrato gente, e poi telefonate su telefonate. Mi sono anche indignato per tante cose. Un po’ anche con la burocrazia. Alla fine della giornata mi fermo e mi chiedo che cosa ho fatto? Faccio fatica a trovare un filo conduttore a tutto quello che e successo ieri. Non posso parlare di dispersione, di inconcludenza, di una cosa che non è chiara. Ma nemmeno riesco a trovare con chiarezza una certezza ad una giornata come quella di ieri. Mi fermo un attimo la sera, ma sono chiaramente stanco, soprattutto nella testa e allora qualche pensiero veloce e poi a letto. Mi domando se è così anche la vostra vita oppure se tutto in voi ha un senso, ha una chiarezza. Riuscite a rispondere alla domanda che cosa ho fatto? Non sono nemmeno riuscito a capire come va la guerra, i profughi, la povera gente. Del covid non se ne parla più. Non vorrei giornate così, ma capitano e allora dobbiamo trovare il modo di ritrovarci un attimo. Ma so che domani sarà una giornata simile a questa. E allora? Che cosa ho fatto? Bella domanda dalla riposta incerta. Di fronte ad un giorno così spero anche solo una cosa: di aver esercitato le opere di misericordia, di aver incontrato l’uomo, spero di non aver fatto piangere nessuno, ma di aver fatto sorridere chi ho incontrato. Che cosa ho fatto? Spero di avere esercitato l’atto della carità verso tutti e se non ho fatto questo chiedo scusa.
È proprio così don Sandro! Ormai è da troppo che tutto scorre veloce senza un apparente senso. Facciamo tantissime cose ma alla fine della giornata sembra non aver fatto niente perché ci sarebbe ancora molto da fare. È un sistema che non accetto ma ci sei dentro. Se ognuno di noi costringesse però se stesso a fermarsi un attimo per guardare ascoltare chi c’è accanto sarebbe un gran bel primo passo per ribellarci a questi ritmi non umani