In questi giorni non cammino, ma corro. Chi cammina ha un passo leggero e costante, da camminatore, magari con la giusta misura per non perdere il fiato. Si dice che il pellegrino cammina tra i 4-5 Km orari, non di più perché altrimenti diventa corsa non cammino del pellegrino. Invece corro e basta e quindi correndo e basta ho perso il senso del cammino leggero, del pellegrino, del viandante che apre il cammino camminando. Mi sono perso io nel cammino accelerato e discontinuo. Una volta l’uomo camminava su piste e sentieri. Oggi camminiamo su corsie accelerate e quando ti chiedono di andare a 30 Km orari sembra diventare un dramma esistenziale. Veniva chiamato homo viator, uomo che cammina, uomo in viaggio. Questo uomo camminava seguendo il ritmo delle stagioni, seguendo il ritmo del sole, della luna e delle stelle. Aveva una stella che indicava la direzione. Oggi camminiamo a ritmo degli affari e del lavoro e non abbiamo tempo per conoscere il sole, la luna e le stelle e abbiamo un gps per indicare la via. Io il gps lo uso, non uso Google maps ma here, non so perché ma va bene così. anche se uso un gps ho bisogno ogni tanto di uscire e camminare al ritmo delle stelle. L’uomo viator dove arrivava poneva una pietra per dormire e per dire che quel luogo era sacro. Io cammino velocemente e non sempre mi rendo conto della sacralità del Luogo che calpesto. Io non cammino a ritmo del sacro, io corro in questi giorni al ritmo delle troppe cose da fare. L’uomo viator camminava su piste che portavano alla casa, al tempio, al villaggio e anche quando camminava su piste che erano calpestate dagli eserciti, cercava di camminare ricordando che c’era sempre del sacro in ogni luogo. Oggi camminiamo con i carri da guerra su piste tutte segnate dalla distruzione e non ci rendiamo conto che così calpestiamo ogni dignità umana. Mi dico: finisco queste cose urgenti e poi rallento a passo di pellegrino. Ma so che è un po’ una bugia detta a me stesso.