10 Trovai Israele come uva nel deserto, riguardai i vostri padri come fichi primaticci al loro inizio; ma essi appena arrivati a Baal-Peòr si consacrarono a quell’infamia e divennero abominevoli come ciò che essi amavano. 11 La gloria di Efraim volerà via come un uccello, non più nascite, né gravidanze, né concepimenti. 12 Anche se allevano figli, io li eliminerò dagli uomini; guai a loro, se io li abbandono. 13 Efraim, lo vedo, ha fatto dei figli una preda su luoghi verdeggianti. Efraim tuttavia condurrà i figli al macello. 14 Signore, dà loro… Che darai? Un grembo infecondo e un seno arido! 15 Tutta la loro malizia s’è manifestata a Gàlgala, è là che ho preso a odiarli. Per i loro misfatti li scaccerò dalla mia casa, non avrò più amore per loro; tutti i loro capi sono ribelli. 16 Efraim è stato percosso, la loro radice è inaridita, non daranno più frutto. Anche se generano, farò perire i cari frutti del loro grembo. 17 Il mio Dio li rigetterà perché non gli hanno obbedito; andranno raminghi fra le nazioni.
Commento
Il tema che Osea svolge e che dilata in continue riflessioni diventa sempre più tragico. L’infedeltà produce tragedie. Oggi vi è come uno sviluppo del tutto particolare di questo tema, forse il più tragico: il dramma dell’infedeltà diventa il dramma dell’infecondità, e quindi il dramma di una desolata solitudine, raminga tra i popoli. Si ritorna all’ immagine del deserto che in Os 2,16 si presentava come l’ambito dove recuperare l’antico amore; ora il deserto diventa il luogo della memoria di quell’antico amore- “trovai Israele come uva nel deserto… i vostri padri come fichi primaticci…” – è un’ affermare quale gioia fosse stata per il Signore l’incontrare il suo popolo, ma ora è subentrato il tradimento. Per questo si ricorda l’episodio di prostituzione idolatrica a Baal-Peor riferito da Numeri 25. Ancora quindi è la fedeltà del vincolo nuziale il segreto della bellezza di Israele. Notiamo la forza dell’espressione “divennero abominevoli come ciò che amavano” dove l’abbrutimento provocato da un amore idolatrico suggerisce in controluce la bellezza che è propria del popolo del Signore se ama il suo Dio, una bellezza che non gli appartiene, ma che gli viene recata dalla sua comunione con lo Sposo. Il peccato di adulterio e di idolatria provoca il “volar via” della gloria del popolo, e da questo deriva irrimediabilmente l’infecondità radicale. Questa si compirà in diversi modi: non ci saranno più nascite ; Così i figli d’Israele, ormai senza l’amore di Dio, non daranno più frutto e “andranno raminghi fra le nazioni” . mi pare che il quadro delineato da Osea è veramente oscuro, ma basta una piccola nota per capire che non è lontano dalla realtà: dove c’è violenza non si crea forse una situazione simile a quella descritta dal profeta? Il profeta descrive in maniera drammatica un mondo che ha perso l’orientamento, la bussola. E noi non dobbiamo fare altro che prendere atto che è proprio così.
Preghiamo
Preghiamo per le nostre parrocchie che in questo periodo stanno riprendendo le loro attività pastorali.
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
Trovare l’uva nel deserto….la sorpresa di cogliere i primi fichi…Queste immagini che Osea usa per dire il legame tra Dio e il suo popolo, sono deliziose. Fanno da contrasto con quanto viene detto in seguito. Ma la vita, le relazioni sono l’uno e l’altro, sempre. Lo è per noi, lo è per la chiesa, lo è per i popoli. Un succedersi di sorprese e di tradimenti, di speranze e delusioni.
” Dove andare lontano da te?. Donaci Signore la tua misericordia e avremo la salvezza”
Tragica questa pagina di meditazione… antica ed attualissima la natura umana di sempre…
La devianza produce malessere, infelicità, rovina… dove andare dunque?
Quella di Osea, non è solo un’antica pagina profetica, appare oggi come una lettura simbolica di ciò che sta accadendo nel mondo, tanto tanto tempo dopo.
Le tragedie si consumano quando l’uomo sceglie altre divinità e segue altri precetti, lontani da forme di amore e di comprensione, legati all’egoismo e al potere.
Signore, tienici per mano, vicini a te e alla tua luce, perché il buio è subito lì, appena dopo di Te…
Vorrei pregare per Anna, accolta dal Padre e per Chiara, una figlia lontana e irraggiungibile
Elena.
Quanto realtà anche oggi è come dice Osea ,quanto poco respiro per vivere quando ci allontaniamo dall’Autore della vita , dalla Sorgente.sentendo nostalgia ,della vera vita.eppure prevale tutt’altro…fino a questo punto arriva spesso la nostra libertà,se così si può chiamare…non come bene comune,ma gioco di interessi ,di male,Sorgi Signore salvaci ,nella Tua infinita misericordia ! Ricorda le intenzioni di oggi!