vuoto di felicità

di | 17 Marzo 2022

esiste un vuoto di felicità? Un ragazzo mi dice: non sono felice. Forse un altro lo fa capire dai suoi discorsi e da come si comporta. Quando parlo di felicità qui non intendo una qualità morale: sono felice perché mi comporto bene, sono felice perché faccio azioni buone. Per me questa, se lo vogliamo, è una parte di felicità, un pezzetto di un qualcosa di ben più grande. Non si è felici perché si fanno gesti buoni, si è felici quando dentro nel cuore sento la pienezza della vita. provo a raccontarla in questo modo. Sono felice quando entro in un rapporto di reciprocità con l’altro, quando non vivo solo e solitario. La felicità è l’amore di coloro che entrano in relazione con me. Non basta aver accumulato per essere felice, non basta essere importante e in alto nella vita sociale per essere felice. Non basta tutto quest,o. Anzi meglio ancora: tutto questo non può essere vero e fonte di felicità se non c’è una grande e unica reciprocità con l’altro. Oserei parlare di una felicità comune, pubblica dove tutti possono accedere ad una vita bella e giusta. Insomma non esiste un uomo infelice, un ragazzo infelice, esiste piuttosto una società che non è felice, che non da garanzie di felicità. L’interesse di un singolo si risolve nella felicità di tutti, nella felicità condivisa. Ci vorrebbe sempre un noi e non un io: il nostro bene, la nostra particolare felicità. Credo che tanti oggi vivono un vuoto di felicità perché mancano di una visione del noi e non solo dell’io. Qui sta tutto il segreto della felicità: un noi e non un io. Forse i ragazzi che ho ascoltato non sono infelici perché mancano di qualcosa, ma perché non riescono a pensare ad una felicità comune, di tutto il genere umano. La mia felicità basta , tutto il resto va oltre, forse non serve pensare ad una felicità di tutti. Questo è il modo con cui tanti pensano. Ed invece   non funziona così. Funziona che nella misura in cui tutti insieme viviamo di una felicità condivisa allora forse non ci saranno infelici e guerre. La ricchezza posso goderla in modo personale, al massimo divento un buon benefattore e mi creo la mia fondazione benefica ma questo non è felicità. Serve invece una comunità che permette di valorizzare e vivere insieme la felicità di ciascuno. Allora forse questa è pienezza di vita. forse tanti di noi non vivono la pienezza della felicità perché vivono tale esperienza da soli.

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