viaggiare

di | 8 Settembre 2021

Namas ha viaggiato molto nel corso dei secoli. Forse ha visto tutti i luoghi della terra, almeno quelli segnati sulle antiche mappe. Non ha mai usato il gps. Si è sempre fidato del suo senso dell’orientamento; studiava per ore le antiche mappe e poi partiva per quel luogo. Difficilmente sbagliava. E se non sbagliava il sentiero, nemmeno sbagliava il sentiero della vita. E quando per caso sbagliava il sentiero della vita, riconosceva l’errore, chiedeva scusa e tornava indietro e ricominciava dall’inizio. Ci vuole un bel coraggio nel dichiarare che si è sbagliato strada, che bisogna ricominciare dall’inizio. Namas riusciva a fare tutto questo con naturalezza, era naturale per lui fare così, comportarsi così. Niente di vergognoso nel riconoscere l’errore. Io mi vergogno quando sbaglio e ci impiego u po’ ad ammettere l’errore. Ed anche quando lo ammetto non è mai una piena ammissione, c’è sempre un qualcosa che da ragione a me. Per me non è un atto naturale ammettere l’errore. Un giorno che stava viaggiando in una bellissima abetaia di montagna Namas si accorse che era troppo fuori strada rispetto alla meta che si era prefissato di raggiungre. pensò allora di tornare indietro, ma poi si accorse della bellezza di quella abetaia che decise di non tornare indietro perché voleva  gustare la bellezza di quel luogo anzi la parola giusta è contemplare la bellezza dell’abetaia. Non conosco bene quel bosco di abeti slanciati verso l’alto, ma ricordo la luce sul suo volto quando parlava di questo sguardo contemplativo. Lo sguardo di Namas sapeva guardare il bello e chissà perché, uno che sapeva guardare e poi raccontare il bello a me affascinava un sacco nella mia povera vita. Niente di più straordinario che uno sguardo contemplativo su una bellissima abetaia. Per lei si può allungare il sentiero, fare qualche km in più di strada. Questa era la leggerezza di Namas, ma anche il suo rigore, la sua disciplina attraverso la quale si era fatto saggio e non solo viaggiatore. Namas un viaggiatore contemplativo, leggero e carico di disciplina. Sto cercando di recuperare ancora alcuni tratti di Samar, non del suo carattere, ma della sua arte di viaggiatore per il mondo. Mi ritrovo a pensare alla sua parola, bella, forte e chiara, senza mai alzare la voce. Intanto lasciamo qui.

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