vento d’autunno

di | 28 Settembre 2020

È arrivato il freddo. Ma soprattutto è arrivato il vento. Il primo giorno impetuoso, poi più calmo ed infine vento freddo. Non lo puoi calcolare il vento lo senti e basta. a volte da fastidio, altre volte rinfresca, altre volte fa disastri. è il vento libero che non sai da dove viene e dove va. Certo il vento di questi giorni ci ha costretto a cambiare abiti. Non so se vale ancora l’ipotesi che la virtù è come l’abito che indossi.  Così me lo aveva spiegato il mio professore il grande don Sergio Colombo. Attraverso l’abitudine che non è solo una cosa negativa, ma anche positiva, acquisisco una virtù e nell’esercizio quotidiano questa virtù diventa come un habitus, un abito, un’ abitudine per cui diventerà automatico comportarsi in quel modo. Il vento freddo di questi giorni ci ha costretto a cambiare abitudini, ci ha fatto scegliere cose invernali. Il tempo che abbiamo vissuto e che è soffiato come un uragano, ci ha come costretto a cambiare abito, virtù, atteggiamenti. Chi pensa che possiamo rimetterci lo stesso abito di prima si sbaglia. Attenzione però, dobbiamo essere in grado di scegliere l’abito giusto, la virtù adatta per questo tempo nuovo. Possiamo scegliere l’abito della paura e io vi garantisco che un po’ ne ho. Ma non vorrei avere l’abito della paura, non vorrei avere l’abitudine della frequentazione con la paura. Forse ci può essere l’abito della scienza dalla quale aspettiamo la risoluzione al tutto, per tornare come prima. Ma nemmeno di questo abito io voglio vestirmi, anche se la scienza è fondamentale per questo tempo nuovo. Io credo che dovremmo iniziare o re-iniziare a portare l’abito della cittadinanza condivisa, usando una bellissima espressione di Sequeri. Vorrei che il vento nuovo che sta soffiando in questo inizio di autunno portasse come dono una nuova idea di fraternità e di compassione tra gli uomini. Insomma, dovremmo tornare ad esercitarci alla vita fraterna, di modo che possa tornare ad essere il nostro abito naturale. La fraternità universale e condivisa si costruisce attraverso un pensiero e delle opere. Pensieri e opere che tradotte in leggi rendono possibile la convivenza di tutti gli umani. È naturale che ci siano ammalati, poveri, persone che soffrono, è inconcepibile che vengano lasciati soli nelle loro sofferenze. E allora io spero che in questo autunno che precede l’inverno carico di incognite e di misteri, il vento che soffierà porterà idee nuove per una fraternità rinnovata. Io spero che ci saranno sarti capaci di confezionare questi abiti di fraternità dentro e fuori la chiesa. Spero che la gente comune come siamo noi, andrà, non nei centri commerciali dove tutto è commercio, ma nei negozietti di paese dove ancora non si è persa la fraternità e chiederà  all’unica persona presente dietro il banco: cerco la comune fraternità. E l’unica persona presente dietro il banco regalerà dietro la mascherina un sorriso e un abbraccio a distanza.

Un pensiero su “vento d’autunno

  1. sr rita

    Vento di autunno con tutte le riflessioni belle che gli si addicono. Leggo adesso il bel commento. Sono stanca morta…perché il vento e l’acqua del temporale di primavera ieri e questa notte ha fatto un macello in casa nostra. Le condutture fognarie che sono quasi inesistenti in Brasile, non hanno sopportato la violenta e abbonante pioggia, così tutto quello che doveva andare altrove…è ritornato in casa dai piccoli scoli dei bagni e del lavandino. Quando sono andata ad aprire le porte e togliere l’allarme questa mattina ho trovato tutto il piano terra ricoperto di fogna. Avevamo preparato le ceste basiche per le famiglie…gli indumenti … Da piangere. Fino a mezzogiorno e poi nel pomeriggio avanti e indietro per pulire e recuperare il recuperabile. Il vento…L’abito giusto per questo momento? Ho faticato un poco a sceglierlo.

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