venerdì 26 giugno

di | 25 Giugno 2020

Venerdì 27 giugno ’20 – At 6,1-15                                                                                                              

1 In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell’assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove. 2 Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. 3 Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. 4 Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola». 5 Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. 6 Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani. 7 E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede. 8 Stefano intanto, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. 9 Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenei, degli Alessandrini e di quelli della Cilìcia e dell’Asia, si alzarono a discutere con Stefano, 10 ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. 11 Allora istigarono alcuni perché dicessero: «Lo abbiamo udito pronunciare parole blasfeme contro Mosè e contro Dio». 12 E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al sinedrio. 13 Presentarono quindi falsi testimoni, che dissero: «Costui non fa che parlare contro questo luogo santo e contro la Legge. 14 Lo abbiamo infatti udito dichiarare che Gesù, questo Nazareno, distruggerà questo luogo e sovvertirà le usanze che Mosè ci ha tramandato». 15 E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo.

Commento

La chiesa primitiva aumenta di numero e come succede anche oggi, qualcuno si sente trascurato. I discepoli non si mettono a rivendicare qualcosa per loro, non giudicano il comportamento di chi mormora. I discepoli non fanno valere la loro autorità, ma cercano una soluzione che possa in qualche modo essere segno della carità del vangelo e di Gesù. Scelgono 7 fratelli che vengono destinati alla carità, alla mensa dei poveri. La chiesa si diversifica nei compiti. Non ho detto si istituzionalizza, ma si diversifica, trova soluzioni, non accentua il problema, lo smorza, lo risolve, lo rappacifica, e non con l’uso del potere: qui decido io, ma con la fraternità, il dialogo e la preghiera. Questa si che è una bella testimonianza per le nostre chiese a volte afflitte da conflitti e decisionismo. Veniamo a conoscenza di una tensione tra le due parti della comunità. Quella greca e quella ebraica.  Tale tensione, che può avere un momento acuto per la vicenda delle vedove trascurate nella distribuzione del cibo, ha poi origini e problemi ben più di fondo, che emergono in tutta la vicenda di Stefano che oggi iniziamo a raccontare. Ed è a Stefano che la memoria degli Atti attribuisce in modo più diretto e profondo il rapporto con il Signore Gesù e la sua Pasqua. La requisitoria contro di lui da parte della sinagoga, che inizia qui, tende ad avere molti contatti e riferimenti con il processo di Gesù. E questo fa sì che l’annuncio del Vangelo sino ai confini della terra acquisti una sua straordinaria conferma. I “gentili” assumono qui, nella persona, nelle parole e nel martìrio di Stefano, una presenza ormai del tutto affermata.

Preghiamo

Preghiamo per la pace

3 pensieri su “venerdì 26 giugno

  1. Sr. Rita

    Qui mi viene da elogiare la collegialità della chiesa primitiva. Nello stesso tempo mi viene da dire che i poveri e le vedove non sono da riservare ai diaconi. Credo che la pastorale sociale sia cosa anche dei Sacerdoti. Almeno nell’evangelizzare con attenzione alla carità.

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  2. Elena

    È bello che di fronte a questioni pratiche, tutti si mettano in discussione, in preghiera e che insieme si trovino soluzioni intelligenti. È bello che si diversifichino i compiti, gli incarichi, secondo le capacità di ciascuno. Le soluzioni vengono da scelte sagge e ponderate che mettono a frutto le competenze e le attitudini di ognuno. Forse a volte, tutti noi ci perdiamo un po’, rispetto a questa saggezza della prima chiesa. E tanto rumore e mormorare vogliono solo confondere gli animi e manipolare le genti per azioni ingiuste ed opportuniste, allora come oggi. Preghiamo per la chiesa, per la pace e per Fabio e Michela che oggi si sposano, un affettuoso abbraccio!

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  3. sr Alida

    Dialogo ,preghiera ,fraternità….queste parte di caratteristiche importanti per discernere e vivere bene ,senza potere e ritenersi sapienti ..Con voi prego per la pace e per Fabio e Michela ….

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