caro cre

di | 25 Giugno 2020

Una volta ti chiamavi grest, poi cre, oggi per motivi di necessità cret. Ma la sostanza non cambia di molto : tenere insieme durante l’estate i ragazzi e gli adolescenti. Mi ricordo i primi cre che facevo in oratorio quando ero piccolo: grandi partite a calcio nel campo di erba dell’oratorio, cacce al tesoro, compiti delle vacanza, giri in bici. Poi caro cre ti sei evoluto e ci hai aggiunto un tema, le gite in montagna, i grandi giochi, la festa finale, il teatro, i laboratori, la piscina. Poi in tempi recenti poca montagna e tante gite ai vari parchi acquatici e simili, che non mi sono mai piaciute queste gite. Sono nate le autorizzazioni, le certificazioni, un sacco di cose da preparare. Però alla fine al cre ci stavamo tutti e tutti trovavano il loro modo di inventarsi qualcosa da fare. Tu eri il cre e noi correvamo da te. E i preti che per un mese diventavano matti per organizzare il tutto e poi alla fine dicevano che si erano pure divertiti un sacco. Ti aspettavamo carissimo cre. Ti aspettavano anche i genitori. Al cre avevano un posto sicuro per i loro figli durante l’estate. Finivi troppo presto e così ad agosto mi sorbivo le ferie con la mia famiglia. Che non erano male, ma io preferivo il mio cre. Il cre era il cuore dell’estate e forse anche della vita d’oratorio. Poi sono nati i cre delle cooperative, dei centri sportivi, della protezione civile, del comune. Chissà perché non si è mai pensato ad un unico cre tutti insieme. Carissimo cre era bellissimo stare in amicizia, fare qualche scherzo, sgamare gli animatori che ti dicevano di giocare e io mi nascondevo. E poi quando sono diventato animatore anche io rincorrevo i ragazzi per farli giocare tutti insieme. Quando si arrivava in terza media c’era il primo passaggio: da ragazzo ad aiuto animatore. Siccome non ero animatore non avevo grosse responsabilità e quindi potevo sempre prendere le difese dei ragazzi. Poi si diventava animatore e qui capivi un poco che cosa era la responsabilità. Poi il curato sceglieva il suo coordinatore. Non si capiva bene con quale criterio, ma ne sceglieva uno. Carissimo cre, penso che qualche vaga dichiarazione alle ragazze , l’ho fatta proprio durante quei giorni sereni che tu ci regalavi del cre. Che bei giorni quelli del cre. Oggi ho visto arrivare a Rosciano i ragazzi del cret dal titolo mitico di Capitani coraggiosi. Per un attimo mi sono come sentito perso. Mascherina, distanze, igienizzazione delle mani, pranzo rigorosamente sigillato, giochi a distanza (ma come si fa?). 7 ragazzi accompagnati dal loro animatore. Non ho visto arrivare la marea di gente, con animatori, adolescenti che cercano un posto dove sedersi, perché sono già stanchi prima di cominciare, e il prete che  raccoglieva disperatamente tutti i ragazzi per un segno di croce (ma serve sempre un segno di croce?). caro cret, passato lo sgomento iniziale, ci siamo messi a fare cose bellissime e la giornata è filata via velocemente. Il covid ti ha cambiato radicalmente, caro cre. Ma ha  lanciato una grande e bellissima sfida: quella di lavorare tutti insieme per i nostri ragazzi e non per il nostro cre. parrocchie, amministrazioni, associazioni, enti tutti insieme. Caro cre io questa sfida la voglio raccogliere fino in fondo. E quindi buon cret a tutti. Speriamo che l’anno prossimo non si torni al caro vecchio cre, che ho amato tanto, ma che incominciava a sentire il peso degli anni. caro cre, la gioia più grande sarà anche quest’anno vedere i ragazzi felici, ma più ancora sarà aver lavorato insieme.

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