Gb 9,1-15
1]Giobbe rispose dicendo:
[2]In verità io so che è così:
e come può un uomo aver ragione innanzi a Dio?
[3]Se uno volesse disputare con lui,
non gli risponderebbe una volta su mille.
[4]Saggio di mente, potente per la forza,
chi s’è opposto a lui ed è rimasto salvo?
[5]Sposta le montagne e non lo sanno,
egli nella sua ira le sconvolge.
[6]Scuote la terra dal suo posto
e le sue colonne tremano.
[7]Comanda al sole ed esso non sorge
e alle stelle pone il suo sigillo.
[8]Egli da solo stende i cieli
e cammina sulle onde del mare.
[9]Crea l’Orsa e l’Orione,
le Pleiadi e i penetrali del cielo australe.
[10]Fa cose tanto grandi da non potersi indagare,
meraviglie da non potersi contare.
[11]Ecco, mi passa vicino e non lo vedo,
se ne va e di lui non m’accorgo.
[12]Se rapisce qualcosa, chi lo può impedire?
Chi gli può dire: «Che fai?».
[13]Dio non ritira la sua collera:
sotto di lui sono fiaccati i sostenitori di Raab.
[14]Tanto meno io potrei rispondergli,
trovare parole da dirgli!
[15]Se avessi anche ragione, non risponderei,
al mio giudice dovrei domandare pietà.
Commento
Per rispondere a Bildad, due sono le strade che si aprono davanti a Giobbe. La prima, che è sempre la più semplice, è ammettere che nel mondo non ci sia nessuna giustizia: Dio non c’è o è troppo lontano per svolgere il mestiere di garante della giustizia del mondo. La seconda via è tentare l’impensabile per il suo tempo (e per i credenti di tutti i tempi): mettere in questione la giustizia di Dio, chiedergli ragione dei suoi atti. Giobbe, nel rispondere a Bildad, attraversa queste due possibilità estreme. Non gli interessa la sua vita (questa è pura gratuità), ma la giustizia nel mondo sì; e così Giobbe osa il non-osabile, arrivando a negare la possibilità dell’esistenza di qualsiasi giustizia divina. Eppure Giobbe rimane come di fronte ad un mistero: quello della giustizia e della pietà di Dio. Rimane lì come immobile, rimane con il suo dramma, con la sua ricerca. Rimane e attende di vedere Dio.
Preghiamo
Preghiamo per la mamma di don Corrado che ci ha lasciato oggi.
Se avessi anche ragione, non risponderei,
al mio giudice dovrei domandare pietà.
Giobbe riconosce in Dio il solo capace di giudizio. Nello stesso tempo lo avverte come Signore davanti al quale chiedere pietà.
Allora, si può discutere con Dio – Maria lo ha fatto – o bisogna solo stare sottomessi, pensandosi peccatori e bisognosi di misericordia?
Ci sia data sapienza per metterci davanti a Dio nella vera disposizione di figli amati e salvati.
Umiltà davanti al Padre, chi ne può sondare i pensieri? Le posizioni davanti a quello che noi percepiamo giusto o sbagliato? Ascoltare, accettare, fare proprio, forse è davvero riconoscere tutta la Sua grandezza e il Suo vedere oltre il nostro piccolo sguardo. Una preghiera per tutte le persone che ci lasciano per ritornare al Padre.
Attesa ,ricerca speranza ,umiltà ,silenzio …..sono le espressioni che mi vengono per il tratto di Giobbe di oggi …..Preghiamo per le ingiustizie umane ….Preghiamo per la mamma di don Corrado e per i loro famigliari ,il mese di novembre volge al termine e mi chiedo quanto ho pensato a ciò che non passa e all’eternità?