Raccolgo dei dati. Sono i dati istat e quindi attendibili. Annoto solo questo. Sono povere in Italia quasi 5,6 milioni di persone ( 2,3 milioni al nord, 2,5 al sud 861 al centro) mentre nel 2005 erano 1,9 milioni di persone. il numero in pratica in è raddoppiato. Sono solo numeri, ma che dicono certamente una cosa: la povertà è aumentata. Ho sottomano un sacco di questi numeri, ma non li voglio aggiungere a quelli che già ho scritto. Esiste una povertà assoluta che corrisponde alla spesa minima necessaria per sopravvivere. Si tratta di quelle spese alimentari, per l’abitazione, e spese residue per sanità, scuola e altro. La linea della povertà assoluta dipende dalla dimensione della famiglia. oggi appunto 5,6 milioni di persone non raggiungono questa soglia. Il rischio è che tanti di noi possano come tirar su un muro di fronte a questi numeri e a questi dati. Non è un problema mio, faccio già fatica io ad andare avanti…non mi metterò anche a pensare alla soglia minima di povertà. Oggi facciamo fatica a vedere queste cose e facciamo fatica a pensare ad un altro mondo possibile fatto di gratuità e di attenzione e condivisione. Si facciamo davvero fatica. Allora dobbiamo come prima cosa conoscere questi numeri. Non per farci venire l’ansia, ma per capire come va il mondo. Poi dobbiamo capire il perché di questi numeri. Ancora: comprendere bene le conseguenze di questi numeri. E poi agire di conseguenza. Faccio solo un esempio: è poi così vero come in tanti dicono oggi che un taglio alla sanità, al sociale e alla scuola fa risparmiare? Magari nell’immediato si. Ma nel tempo noi vediamo che cresce la fatica sociale e allora dobbiamo spendere un sacco di soldi in termini di sicurezza sociale e il risparmio fatto prima diventa una spesa doppia nel futuro. Ne sono convinto non è solo questione di prevenire, ma di credere che un’economia diversa, fatta di socialità., di gratuità e di condivisione dei servizi produce qualcosa di buono e di efficace nel tempo. Almeno penso che funzioni così. Anzi sono certo che funziona così.