mercoledì 31 ottobre

di | 30 Ottobre 2018

chagall – Ct 8,11-14                                     

11 Una vigna aveva Salomone in Baal-Hamòn; egli affidò la vigna ai custodi; ciascuno gli doveva portare come suo frutto mille sicli d’argento. 12 La vigna mia, proprio mia, mi sta davanti: a te, Salomone, i mille sicli e duecento per i custodi del suo frutto! 13 Tu che abiti nei giardini – i compagni stanno in ascolto – fammi sentire la tua voce. 14 «Fuggi, mio diletto, simile a gazzella o ad un cerbiatto, sopra i monti degli aromi!».

Commento

Ed ecco la conclusione del cantico. Vi lascio due straordinarie citazioni. La prima è di rabbì Aquibà. In quel tempo si stava componendo il canone biblico. Il cantico dei cantici poneva molti problemi, qualcuno infatti lo voleva inserire altri no. Rabbì Aquibà disse: “Il mondo intero non vale il giorno in cui è stato dato ad Israele il  Cantico dei cantici, perché tutte le Scritture sono Sante ma il Cantico dei cantici è il Santo dei Santi, cioè Santissimo” la seconda è una magistrale citazione di Bonhoeffer che il primo che comprende come il cantico è il canto dell’amore umano. Concludo questo commento con le sue parole che sono di una straordinaria bellezza. Nelle Lettere dal carcere, parlando del Ct, dice il 2 giugno 1944: “Del Cantico dei cantici ti scriverò in Italia. In effetti lo vorrei leggere come un cantico d’amore terreno…. “E’ però il pericolo di ogni forte amore erotico che per esso si perda, vorrei dire, la polifonia della vita. Intendo dire questo: Dio e la sua eternità vogliono essere amati con tutto il cuore; non in modo che ne risulti compromesso o indebolito l’amore terreno, ma in certo senso come cantus firmus, rispetto al quale le altre voci della vita suonano come contrappunto; uno di questi temi contrappuntistici, che hanno la loro piena autonomia, e che sono tuttavia relazionati al cantus firmus, è l’amore terreno; anche nella Bibbia c’è infatti il Cantico dei cantici, e non si può veramente pensare amore più caldo, sensuale ardente di quello di cui esso parla (cf 7,6!); è davvero una bella cosa che appartenga alla Bibbia, alla faccia di tutti coloro per i quali lo specifico cristiano consisterebbe nella moderazione delle passioni (dove esiste mai una tale moderazione nell’Antico Testamento?). Dove il cantus firmus è chiaro e distinto, il contrappunto può dispiegarsi col massimo vigore”

Preghiamo

Preghiamo per tutti gli innamorati

4 pensieri su “mercoledì 31 ottobre

  1. sr Rita

    ” Fammi sentire la tua voce…” Una richiesta che chiede presenza, riconoscimento, parola. L’amore umano ha bisogno di tutto ciò, ma anche l’amore divino. Un TU che parla e un TU che ascolta la voce. Apri Signore il nostro orecchio alla tua voce che ci chiama “diletti”. Di questo amore viviamo.

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  2. Pinuccia

    Amare qualcuno e non sentire la sua voce è doloroso. Curare una vigna muta è come avere una pietra sul cuore. Apri Signore le nostre orecchie perché la vice dell’amato è vita. Apri Signore la nostra bocca perché possiamo rivelare il tuo amore e la tua predilezione

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  3. . Elena

    La sacralità di un amore pone radici nel divino. Un amore forte, delicato, appassionato, generoso, pieno,dedito all’altro, come può non avere relazione in Dio che ama con delicatezza,
    con forza, con passione, con dedizione, con generosità e pienezza infinite?
    Prego per gli innamorati, per chi vive ogni relazione con amore e per chi all’amore non riesce a credere più.

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  4. srAlida

    Fammi sentire la tua voce …Rendi il mio orecchio e ancor più il mio cuore attenti e in ascolto …
    L’amore fedele di Dio, rende vero l’amore umano .facci scoprire quanti Tuoi gesti d’amore per noi nel quotidiano e aiuta i nostri piccoli gesti a compiersi ad essere veri ..Per gli innamorati e per l’umanità che ha tanto bisogno d’amore preghiamo .

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