mercoledì 30 settembre

di | 29 Settembre 2020

mc 8,22 -26

 22 Giunsero a Betsàida, dove gli condussero un cieco pregandolo di toccarlo. 23 Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori del villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». 24 Quegli, alzando gli occhi, disse: «Vedo gli uomini, poiché vedo come degli alberi che camminano». 25 Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente e fu sanato e vedeva a distanza ogni cosa. 26 E lo rimandò a casa dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».

Commento

In queste scarne parole, in queste poche righe viene descritto un incontro unico e luminoso: quello tra Gesù e il cieco di Betsaida. Il vangelo di Marco in effetti è sempre molto essenziale nel suo narrare. Poche parole cariche di significato. Essenziale, ma profondo e attuale. Gesù aveva detto ai suoi discepoli ma non capite ancora e siccome i discepoli non capivano il linguaggio e i gesti di Gesù erano come dei ciechi, come quel cieco. Allora questo fatto, questa guarigione di cui vediamo qui, che avviene con fatica, in due tappe, è un segno: vuol dire come bisogna rendersi conto di questa cecità, bisogna essere guariti da questa cecità per capire veramente Gesù. E le due fasi della guarigione che vedremo sono le due fasi, il passaggio da una fede un po’ approssimativa, anche se autentica. I discepoli sono veramente legati al loro maestro, a una fede piena che sarà poi la professione di fede che farà il centurione alla fine del Vangelo; mentre l’altra guarigione un po’ approssimativa sarà la professione che farà subito dopo Pietro, però intendendo ancora un po’ Gesù alla sua maniera. Quindi questa guarigione del cieco di Betsaida è un segno di quanto Gesù vuole fare e a che punto stanno coloro che lo ascoltano. Questa guarigione è il segno di cosa vuol dire seguire veramente Gesù e non in modo approssimativo.

Preghiamo

Preghiamo per tutti i malati

3 pensieri su “mercoledì 30 settembre

  1. Elena

    Mi colpisce questo gesto : lo prese per mano e lo condusse fuori… Gesù ci prende per mano e ci regala un momento tutto per noi, usa la tenerezza di chi ha cura con amore del benessere dell’altro. Ci chiama e ci conduce nell’intimo incontro con lui. È bello questo, è un gesto unico che prepara all’incontro con la luce e con la gioia! Mi unisco alla preghiera per chi è ammalato e sofferente.

    Rispondi
  2. sr Alida

    Gesu`usa sempre tenerezza nei suoi gesti, incontri unici con ogni persona bisognosa, Vorrei non perdere mai nessuno di questi appuntamenti dove sempre il suo sguardo su noi per poi a nostra volta rivolgerlo agli altri. Mi unisco alla preghiera per tutti i malati

    Rispondi
  3. se rita

    Cosa vedi? Una simile domanda a un cieco mi fa pensare come il vedere non sia scontato. Ci sono situazioni di cecità, anche in chi vede, che richiedono un discernimento: cosa vedi? cosa pensi? cosa vuoi?
    Signore, ponimi questa domanda e donami il tuo Spirito affinché possa discernere e vedere ciò che tu vedi e come tu vedi.

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.