mercoledì 27 giugno

di | 26 Giugno 2018

profeta geremia icona Ger 51,59-64                                         

59 Ordine che il profeta Geremia diede a Seraià figlio di Neria, figlio di Maasia, quando egli andò con Sedecìa re di Giuda in Babilonia nell’anno quarto del suo regno. Seraià era capo degli alloggiamenti. 60 Geremia scrisse su un rotolo tutte le sventure che dovevano piombare su Babilonia. Tutte queste cose sono state scritte contro Babilonia. 61 Geremia quindi disse a Seraià: “Quando giungerai a Babilonia, abbi cura di leggere in pubblico tutte queste parole 62 e dirai: Signore, tu hai dichiarato di distruggere questo luogo così che non ci sia più chi lo abiti, né uomo né animale, ma sia piuttosto una desolazione per sempre. 63 Ora, quando avrai finito di leggere questo rotolo, vi legherai una pietra e lo getterai in mezzo all’Eufrate 64 dicendo: Così affonderà Babilonia e non risorgerà più dalla sventura che io le farò piombare addosso”. Fin qui le parole di Geremia.

Commento

Potremmo dire così: il coraggio della vita e della parola del profeta. Anche questo è un tratta forte della vicenda del profeta Geremia e del suo libro. Ma attenzione bene: si tratta non della parola sola del profeta, ma egli si fa parola della Parola. Mi sembra molto bello il “viaggio” che questa Parola compie: essa viene da Gerusalemme e dalla bocca dell’uomo di Dio, e deve essere scritta e portata a Babilonia, perché proprio nell’esilio deve proclamare il giudizio divino di salvezza per Israele. La fede infatti sta nel credere alla Parola di Dio nel travaglio dell’esilio, e nell’accogliere da essa i segni della vita nuova che Dio dona al suo popolo fin da Babilonia, cioè fin dall’esilio dalla Terra. Certo questo viaggio della Parola ha bisogno della parola e della vita del profeta o del suo segretario che va per lui. È tutta qui l’esposizione profetica: il coraggio di andare e di stare di fronte al male denunciandolo. Anche oggi abbiamo bisogno di una parola forte, coraggiosa che sta di fronte al male per denunciarlo e vincerlo.

Preghiamo

Preghiamo per il papà di Cesare che ci ha lasciato oggi 

3 pensieri su “mercoledì 27 giugno

  1. Luca

    Quando giungerai a Babilonia, abbi cura di leggere in pubblico tutte queste parole

    Credo che questo sia l’invito rivolto a tutti noi oggi, ed è una richiesta non da poco. “Abbi cura”…”in pubblico”… indicazioni chiare, che non lasciano margine di trattativa o di reticenza nell’annuncio.
    Il Signore ci dia il coraggio per superare le nostre paure nell’esporci di fronte ai fratelli per annunciare la buona notizia.

    Buona giornata a tutti!

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  2. . Elena

    Il coraggio di parlare, il coraggio di testimoniare. La Parola è più forte di ogni paura, più profonda di ogni esistenza. Possiamo accogliere la Parola e farla nostra, testimoniandone la grandezza e la forza. Possiamo accogliere chi si fa portavoce del messaggio di Dio.
    Unisco la mia preghiera a quella di ciascuno e ricordo il papà di Cesare. Un abbraccio per lui….

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  3. sr Rita

    Nella Scrittura mi impressionano sempre i simboli che i profeti usano per rivelare il messaggio di Dio. Chiedo a Dio che anche la nostra vita sia un piccolo chiaro segno della Parola di Dio oggi.

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