Mercoledì 22 febbraio ’17 – Matteo 10,34-39
34 Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. 35 Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; 36 e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. 37 Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; 38 chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. 39 Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà
Commento
Tutto nella logica di Gesù diventa relativo a Lui. E allora in questo senso si comprende anche la parola di oggi. Così drammatica per certi versi. Drammatica per quel suo insistere sulla divisione e non sull’unità, sul prendere la propria croce, sul tenere stretta la vita o invece sul perdere la propria vita. Parole complesse che lasciano perplessi. Vedo di spiegarle così. Gesù è ben consapevole di portare sulla terra “non pace, ma spada”. Perché tutto deve essere visitato, giudicato e rinnovato dalla sua Parola! E questo è perché anche quello che a noi può sembrare del tutto “naturale” e del tutto positivo, appunto a motivo della nostra natura ferita, è spesso definito e vissuto secondo interpretazioni mondane e violente. Consideriamo il primo esempio fatto da Gesù “Sono venuto a separare l’uomo da suo padre”. Il rapporto padre-figlio diventa spesso un rapporto violento e sbagliato, o perché, in una cultura come la nostra, il padre non ha nessuna responsabilità-autorità nei confronti dei figli, o perché, come ieri, il padre era spesso un padre-padrone. Quindi tutto deve essere visitato e sottoposto alla potenza liberante e salvifica di Gesù. In questo caso la separazione è la liberazione del figlio. Mettendo al centro l’amore vero Gesù chiede di vivere un amore liberato e liberante, non legato. Tutto ciò rende necessaria una vera conversione di tutte queste relazioni. Così anche “Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me”. Il “primato” che Gesù pretende per la relazione con Lui è il principio, la garanzia e la forza di ogni relazione secondo la sapienza e la perenne novità del Vangelo. la presenza-potenza della Parola di Gesù, capace di visitare ogni situazione e ogni vicenda per indicare a tutti e a ciascuno la via nuova della salvezza e della pace vera (non quella falsa pace che è frutto della violenza del cuore umano). Se tu ami il padre e la madre più di Gesù, sei esposto ad una “idolatria” di questa relazione sia per esaltare e “divinizzare” questa relazione, sia per annientarla consegnando ciascuno ad una solitudine che non è quello che la sapienza divina rivela e dona. Perché tutto questo possa avvenire Gesù chiede l’assunzione della propria responsabilità da parte di ogni discepolo. Prendere la propria croce e seguirlo è il principio e la garanzia del volto evangelico della vita cristiana e della assunzione di responsabilità nei confronti della propria vita.
Preghiamo
Visto che sono ancora ad Assisi con un gruppo di preti una preghiera per tutti noi.
Signore accompagnaci nel donare la nostra vita. Benedici i sacerdoti che sono ad Assisi e benedici anche noi che siamo nelle periferie del mondo.
Sono parole difficili e dure, quelle odierne… come non sentirne la responsabilità nel dichiarmi cristiana?
Ma la risposta a tutti i miei perché sta nell’amore di questo Dio che non gioca al risparmio, con nessuno di noi. Una preghiera per tutti voi, vicini e lontani, per chi si porta croci grandi e piccine ed un pensiero per tutti i migranti deceduti per mare e per terra, tra mille ed una croce, al limite di ogni umana sopportazione.
Dal commento tuo don Sandro colgo che tutto deve essere salvato e liberato dal Signore principio e garanzia di ogni relazione .Grazie per aver dato piu’ chiarezza a questa parola di oggi ..Un invito solenne a prendersi con responsabilità la propria croce e seguirlo …Di cuore prego per voi sacerdoti ,e per le intenzioni già espresse . Aggiungo una notizia di Avvenire di ieri per il Congo ,in questi giorni ci son stati disordini a Kasai e a Kinshasa ,saccheggi e violenze commessi dai caschi blu anche in un seminario e in una parrocchia .Inoltre il Papa è addolorato per i bambini soldato del Congo ,preghiamo per loro e per lui …