mercoledì 22 aprile

di | 21 Aprile 2020

Lc 19,45-48    

45Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, 46dicendo loro: «Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». 47Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; 48ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.

Commento

Casa di preghiera. Eppure in questo periodo il tempio non è nemmeno casa di preghiera. Sono le nostre case che sono luogo di preghiera. Forse che abbiamo bisogno di un tempo di purificazione per tornare alla chiesa delle origini? Non lo so, non sta a me fare affermazioni in questo senso, sicuramente siamo in un tempo di prova e ogni prova purifica. Dove ci vuole portare il Signore oggi con questo gesto? Ci ricorda la grande lezione dei profeti che avevano denunciato il tempio e i sacerdoti perché si erano dimenticati della misericordia e della giustizia e si erano dedicati solo al rito e al sacrificio. Come pastori avevano abbandonato il loro gregge, i sacerdoti del tempio non erano più coloro che stavano con il loro gregge nel momento della prova e davano la vita a favore di …  questa erano le parole degli antichi profeti. Al riguardo non possono non ringraziare tutti coloro che i tanti modi diversi in questo tempo sono stai vicini al loro gregge. Nel gesto di Gesù c’è tutta la forza, la riscoperta di quelle parole antiche. Gesù vuole un luogo di preghiera, vuole pastori per il gregge a loro affidato, vuole non sacrificio, ma misericordia. Nel gesto di Gesù non vi è solo questa profezia, ma la profezia sulla sua passione e morte. Il cuore della preghiera cristiana è la giustizia, la misericordia, la contemplazione della croce, come dono della vita. La preghiera nel tempio deve condurre il credente a questi gesti e non al sacrificio, al rito fine a se stesso. Gesù scaccia quelli che vendono, perché non si può comperare né conquistare il dono di Dio, non si può solo pregare la misericordia, essa va esercita. Il dono di Dio e la misericordia e la giustizia si possono solamente ricevere con emozione e commozione.

Preghiamo

Oggi in questo giorno dedicato alla terra preghiamo l’uomo perché possa imparare a prendersi cura dell’unica terra che ha a disposizione.

3 pensieri su “mercoledì 22 aprile

  1. sr rita

    Questo tempo ci fa recuperare il senso della chiesa domestica e nello stesso tempo di dà la coscienza che siamo anche comunità cristiana che ha bisogno di incontrarsi, condividere la fede, celebrare la relazione con Dio e con gli uomini attraverso i riti. Che l’una e l’altra chiesa siano abitate dalla presenza bellissima di Gesù e della comunità.

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  2. sr Alida

    Il cuore della preghiera cristiana è giustizia ,misericordia è contemplazione della croce come dono di Dio.Non si può comprare Dio,come fanno nel tempio …Donami e donaci l’attenzione al silenzio per quanto ci stai regalando anche in questo tempo ,a riguardo dell’incontro con Te ,attraverso la giustizia , la misericordia e il nostro cuore ,non perdendo di vista la tua croce,…prendendoci cura dell’uomo e della terra …

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  3. Elena

    Nessun negozio, nel peggiore dei suoi significati, nel tempio… Una preghiera sacrificale e non misericordiosa non credo sia la preghiera che nostro Signore desidera, ama, ascolta e rispetta. Gesù ci ha insegnato a dare un senso alla preghiera, alla sua casa che può essere ovunque, alla relazione pura e profonda col Padre. Ci ha insegnato a costruire la comunità religiosa, la sua chiesa, non a fare negozio, ma ad operare con amore, rispetto, cura e fiducia. Ci ha insegnato dei gesti, che possiamo tenere vivi anche fuori dal tempio, da queste nostre chiese tristemente vuote o chiuse, ma soprattutto ci ha insegnato gesti di pietà, di misericordia e di amore, da vivere in ogni momento, con ognuno, in ogni luogo. La sua vita ha segnato e rinnovato per sempre le nostre, attraverso circostanze più o meno belle e buone. La fede passa attraverso sacrifici e complessi vissuti personali, ma non si può ridurre ad un do ut des. La preghiera e il sacrificio non comprano il Signore. Glieli possiamo solo offrire, insieme alla nostra piccola, grande vita…
    Preghiamo per la nostra Madre Terra.

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