Alla riunione del gruppo missionario di Berbenno mi dicono che è 8 anni che è morto don Romeo Todeschini. Stimavo quel prete. Buona memoria per lui e per noi. Ieri mi hanno portato delle medicine e una papaya e i ricordi vanno subito alla Bolivia. per la papaya naturalmente. E poi via così un ricordo dietro l’altro. Giornata di lavoro, ma anche di memoria. Don Roberto era un uomo che faceva memoria di tutto. E la memoria è il centro della parola sacra: fate questo in memoria di me. Anche un bollettino parrocchiale che leggo volentieri, ma che poi getto nel cestino è memoria. E mi dispiace che sia finito nel cestino. Avevo deciso che quello che leggevo e che non mi sembrava da archiviare andava buttato. Ho conservato per anni tutto. Oggi sento il bisogno di buttare quanto ho letto e scritto e che non rientra in quel tipo di oggetto da conservare. Eppure la memoria ha il suo valore, sto anche pensando che ho uno strumento unico per fare memoria e archiviare ed è il mio pc. Sto imparando ad gettare meno fogli, a riciclare fogli e ad archiviare tanto nel pc. Non so se è una moda, se è green, ma so che vedo meno fogli in giro. Eppure tutto questo non deve farmi perdere di vista quella parola dal nome memoria. Fare memoria è tenere in vita, far vivere una storia, un fatto, una leggenda. Ero affascinato di quando da piccolo mio nonno mi portava in giro in bici dentro un seggiolino spacca schiena, e intanto mi raccontava tutte le storie del paese e delle persone, di quel campo, di quel fosso, di quel tipo. Era bravo a narrare, a fare memoria, e così le storie dei tempi antichi prendevano vita nella mia mente. Esiste però, io la chiamo così, una memoria viva della terra. È il ricordo della fatica umana che si snoda ogni giorno in un lungo serpentone di poveri. È la memoria della violenza e dell’ingiustizia umana che si fa invocazione di giustizia. È la memoria viva dei giusti che stanno su questa terra e che redimono la terra con il loro dono di sé. Ed è la memoria viva della madre terra che ci racconta i suoi grandi tormenti che si trasformano in siccità, povertà, fame, guerra, mancanza d’acqua. Dacci la nostra memoria quotidiana, la memoria viva della terra.