martedì 23 marzo

di | 22 Marzo 2021

Giobbe 40,6-14

6Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano:
7«Cingiti i fianchi come un prode:
io t’interrogherò e tu mi istruirai!
8Oseresti tu cancellare il mio giudizio,
dare a me il torto per avere tu la ragione?
9Hai tu un braccio come quello di Dio
e puoi tuonare con voce pari alla sua?
10Su, órnati pure di maestà e di grandezza,
rivèstiti di splendore e di gloria!
11Effondi pure i furori della tua collera,
guarda ogni superbo e abbattilo,
12guarda ogni superbo e umilialo,
schiaccia i malvagi ovunque si trovino;
13sprofondali nella polvere tutti insieme
e rinchiudi i loro volti nel buio!
14Allora anch’io ti loderò,
perché hai trionfato con la tua destra.

Commento

Come tante persone ferite anche Giobbe alla fine tace. Non trova luoghi e persone dove sfogare il proprio dolore. Anche Dio per Giobbe non è persona e luogo dove lanciare il suo grido. Dal testo sembra emergere un Dio che non è dalla parte dei deboli, dei poveri, di chi subisce ingiustizia. Giobbe è come lasciato solo. Ma ci sono due dati che dicono come Dio ascolta il grido del povero. il primo dato è che Dio lascia parlare Giobbe. Non lo zittisce, lascia che si sfoghi. Poi chiederà a lui il silenzio. Ma lo lascia parlare. Il secondo dato è questo: le parole di Giobbe sono dentro i testo sacro, sono quindi parola di Dio. Vuol dire che nelle parole di quell’uomo è come racchiusa la parola di Dio. Noi diciamo che tutto il libro di Giobbe, come tutti i libri della bibbia sono sacri e questo vuol dire che ogni parola è sacra, quella umana e quella divina. La parola di Dio e quindi la risposta a Giobbe va cercata in quell’intreccio tra le parola di Giobbe e quelle di Dio. Le parole di Giobbe sono la denuncia di un male e di una sofferenza innocente, di un ingiustizia da condannare. Dio attraverso le parole di Giobbe denuncia il male. Ma Giobbe nel suo silenzio usa il silenzio di Dio per ascoltare e prendersi cura della sofferenza umana. uno strano intreccio tra umano e divino, dove Giobbe diventa voce di Dio e Dio voce di Giobbe e di tutti i sofferenti.

Preghiamo

Preghiamo per tutti i migranti

2 pensieri su “martedì 23 marzo

  1. Elena

    Tra le parole e i silenzi di chi soffre, tra il tuono e i sussurri di Dio lasciamo spazio all’ascolto….
    Prego con voi per tutti i migranti, per chi chiede giustizia e umanità, per chi desidera solo essere riconosciuto e dedico il pensiero a Mounir, sempre alla ricerca di una soluzione che stenta ad arrivare.

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  2. sr Alida

    Nella trama del giorno l’ascolto della Parola del Signore consoli le persone delle intenzioni di oggi e quelle che portiamo in cuore… e anche noi consolati sappiamo consolare.

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