San Matteo 2021 – Dal vangelo di Matteo
In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Commento
Oggi ricordiamo San Matteo. Levi il pubblicano, esattore delle tasse così è chiamato negli altri vangeli. Ma lui, il Matteo che ha scritto il vangelo mette il suo nome, Matteo appunto. Colui che incontra il Signore, colui che lo invita a pranzo con tutti i peccatori e pubblicani, colui che alla fine si alza, lascia tutto e segue Gesù. I farisei come è abitudine si soffermano sulla legge, sull’esteriore, su tutto quanto può indicare un errore, un peccato. Gesù si sofferma sul cuore, sull’interiorità, sul cammino di conversione che Matteo ha intrapreso e che si concluderà con il lasciare tutto per seguire Gesù. Gesù guarda con occhio di misericordia, e Matteo forse in quel gesto di invitarlo alla festa con tutti i peccatori, vuole ripetere lo stesso gesto di Gesù: praticare la misericordia e non il sacrificio. Possiamo quasi dire che il testo vuole semplicemente dire: continua a seguirmi, viene dietro di me nella via della misericordia, lascia tutto il resto che non giova a nulla. una persona che abbia un profondo sentimento della misericordia divina, non in astratto, ma per se stessa, è preparata per un autentica vita cristiana. Chi non lo possiede, anche se è chiamato, difficilmente può toccare le anime in profondità, perché non comunica l’amore di Dio, l’amore misericordioso di Dio.
Preghiamo
Preghiamo per Orietta
“Misericordia io voglio, non sacrifici”
In queste parole essenziali, il senso dell’essere cristiani. Essere chiamati amici da Gesù perché capaci di amore, di compassione, di misericordia….
Siamo amati da Gesù pronto a capire e superare i nostri errori con la grazie della Sua misericordia.
Ci chiama però a fare altrettanto, amare,perdonare,essere misericordiosi nei nostri gesti,atteggiamenti,nei nostri sguardi.
Prego per Orietta.
La misericordia del Signore è per me un’altra beatitudine di cui vivere… A mia volta farne dono… Per Orietta prego e anche per chi non riesce o non vuole credere all’amore di Dio.