gb 7,1-14
[1]Non ha forse un duro lavoro l’uomo sulla terra
e i suoi giorni non sono come quelli d’un mercenario?
[2]Come lo schiavo sospira l’ombra
e come il mercenario aspetta il suo salario,
[3]così a me son toccati mesi d’illusione
e notti di dolore mi sono state assegnate.
[4]Se mi corico dico: «Quando mi alzerò?».
Si allungano le ombre e sono stanco di rigirarmi fino all’alba.
[5]Ricoperta di vermi e croste è la mia carne,
raggrinzita è la mia pelle e si disfà.
[6]I miei giorni sono stati più veloci d’una spola,
sono finiti senza speranza.
[7]Ricordati che un soffio è la mia vita:
il mio occhio non rivedrà più il bene.
[8]Non mi scorgerà più l’occhio di chi mi vede:
i tuoi occhi saranno su di me e io più non sarò.
[9]Una nube svanisce e se ne va,
così chi scende agl’inferi più non risale;
[10]non tornerà più nella sua casa,
mai più lo rivedrà la sua dimora.
[11]Ma io non terrò chiusa la mia bocca,
parlerò nell’angoscia del mio spirito,
mi lamenterò nell’amarezza del mio cuore!
[12]Son io forse il mare oppure un mostro marino,
perché tu mi metta accanto una guardia?
[13]Quando io dico: «Il mio giaciglio mi darà sollievo,
il mio letto allevierà la mia sofferenza»,
[14]tu allora mi spaventi con sogni
e con fantasmi tu mi atterrisci.
Commento
Ed ecco la conclusione del primo canto di Giobbe. Giobbe è la vittima delle grandi acque, del grande diluvio della sofferenza. Sommerso e inondato da un diluvio ingiusto, non vede più la luce, l’armonia, la felicità, la bellezza e l’ordine della vita. E la maledice, in un canto di maledizione radicale e scandaloso, senza però mai arrivare a maledire Dio, anche se arriva sulla soglia. In questa considerazione di Giobbe noi possiamo mettere tutti i disperati, gli sconsolati, i depressi, gli abbandonati, i falliti, gli scomunicati, tutte le vittime inconsolabili e inconsolate della storia. È così che la Bibbia ci ama e ci salva, paradossalmente e realmente, raccogliendo tutti i disperati del mondo. L’autore del libro di Giobbe ha incluso tutti i vinti e i disperati nel libro della vita e di Dio solo perché ha pronunciato le loro stesse parole. La risurrezione è dentro la passione, l’abbandonato è già risorto. Sta anche qui la speranza non vana che nella storia, questa infinita processione di innocenti sofferenti, possa essere iscritta una giustizia, misteriosa ma vera.
Preghiamo
Preghiamo per Emanuela
Prego per i disperati e gli sconfitti di ogni tempo, di ogni luogo. Ne è pieno il mondo, ne è piena la vita…
Prego per la gente della California colpita dal fuoco che divora ogni cosa e per le vittime di ogni catastrofe naturale. Affido Emanuela al Signore e ringrazio per Mounir, che ha trovato un lavoro.
Non posso che unirmi a tutte queste intenzioni e ad ogni tipo di sofferenza e pregare ….perchè da ogni situazione ,ci sia al fine una luce in fondo al cammino e una speranza che si ravviva .