martedì 20 novembre

di | 20 Novembre 2018

giobbe - francesco betti gb 7,1-14

[1]Non ha forse un duro lavoro l’uomo sulla terra
e i suoi giorni non sono come quelli d’un mercenario?
[2]Come lo schiavo sospira l’ombra
e come il mercenario aspetta il suo salario,
[3]così a me son toccati mesi d’illusione
e notti di dolore mi sono state assegnate.
[4]Se mi corico dico: «Quando mi alzerò?».
Si allungano le ombre e sono stanco di rigirarmi fino all’alba.
[5]Ricoperta di vermi e croste è la mia carne,
raggrinzita è la mia pelle e si disfà.
[6]I miei giorni sono stati più veloci d’una spola,
sono finiti senza speranza.
[7]Ricordati che un soffio è la mia vita:
il mio occhio non rivedrà più il bene.
[8]Non mi scorgerà più l’occhio di chi mi vede:
i tuoi occhi saranno su di me e io più non sarò.
[9]Una nube svanisce e se ne va,
così chi scende agl’inferi più non risale;
[10]non tornerà più nella sua casa,
mai più lo rivedrà la sua dimora.
[11]Ma io non terrò chiusa la mia bocca,
parlerò nell’angoscia del mio spirito,
mi lamenterò nell’amarezza del mio cuore!
[12]Son io forse il mare oppure un mostro marino,
perché tu mi metta accanto una guardia?
[13]Quando io dico: «Il mio giaciglio mi darà sollievo,
il mio letto allevierà la mia sofferenza»,
[14]tu allora mi spaventi con sogni
e con fantasmi tu mi atterrisci.

Commento

Ed ecco la conclusione del primo canto di Giobbe. Giobbe è la vittima delle grandi acque, del grande diluvio della sofferenza. Sommerso e inondato da un diluvio ingiusto, non vede più la luce, l’armonia, la felicità, la bellezza e l’ordine della vita. E la maledice, in un canto di maledizione radicale e scandaloso, senza però mai arrivare a maledire Dio, anche se arriva sulla soglia. In questa considerazione di Giobbe noi possiamo mettere tutti i disperati, gli sconsolati, i depressi, gli abbandonati, i falliti, gli scomunicati, tutte le vittime inconsolabili e inconsolate della storia. È così che la Bibbia ci ama e ci salva, paradossalmente e realmente, raccogliendo tutti i disperati del mondo. L’autore del libro di Giobbe ha incluso tutti i vinti e i disperati nel libro della vita e di Dio solo perché ha pronunciato le loro stesse parole. La risurrezione è dentro la passione, l’abbandonato è già risorto. Sta anche qui la speranza non vana che nella storia, questa infinita processione di innocenti sofferenti, possa essere iscritta una giustizia, misteriosa ma vera.

Preghiamo

Preghiamo per Emanuela

2 pensieri su “martedì 20 novembre

  1. . Elena

    Prego per i disperati e gli sconfitti di ogni tempo, di ogni luogo. Ne è pieno il mondo, ne è piena la vita…
    Prego per la gente della California colpita dal fuoco che divora ogni cosa e per le vittime di ogni catastrofe naturale. Affido Emanuela al Signore e ringrazio per Mounir, che ha trovato un lavoro.

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  2. srAlida

    Non posso che unirmi a tutte queste intenzioni e ad ogni tipo di sofferenza e pregare ….perchè da ogni situazione ,ci sia al fine una luce in fondo al cammino e una speranza che si ravviva .

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