martedì 14 luglio

di | 13 Luglio 2020

At 9,32-43                                                         32 E avvenne che Pietro, mentre andava a far visita a tutti, si recò anche dai fedeli che abitavano a Lidda. 33 Qui trovò un uomo di nome Enea, che da otto anni giaceva su una barella perché era paralitico. 34 Pietro gli disse: «Enea, Gesù Cristo ti guarisce; àlzati e rifatti il letto». E subito si alzò. 35 Lo videro tutti gli abitanti di Lidda e del Saron e si convertirono al Signore. 36 A Giaffa c’era una discepola chiamata Tabità – nome che significa Gazzella – la quale abbondava in opere buone e faceva molte elemosine. 37 Proprio in quei giorni ella si ammalò e morì. La lavarono e la posero in una stanza al piano superiore. 38 E, poiché Lidda era vicina a Giaffa, i discepoli, udito che Pietro si trovava là, gli mandarono due uomini a invitarlo: «Non indugiare, vieni da noi!». 39 Pietro allora si alzò e andò con loro. Appena arrivato, lo condussero al piano superiore e gli si fecero incontro tutte le vedove in pianto, che gli mostravano le tuniche e i mantelli che Gazzella confezionava quando era fra loro. 40 Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi, rivolto al corpo, disse: «Tabità, àlzati!». Ed ella aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a sedere. 41 Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i fedeli e le vedove e la presentò loro viva. 42 La cosa fu risaputa in tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore. 43 Pietro rimase a Giaffa parecchi giorni, presso un certo Simone, conciatore di pelli.

Commento

Se ci pensate i miracoli di Pietro sono gli stessi miracoli di Gesù. Luca nel libro degli atti è come se volesse dare continuità tra la vita della chiesa e quella di Gesù. Questa continuità la si ritrova anche nel fatto che si dice che Pietro andava a fare visita a tutti, soprattutto gli ammalati, così faceva anche Gesù e così era il mandato di Gesù. Ma vi è anche un altro fatto che dice l’imitazione di Gesù da parte di Pietro. egli infatti esce dai confini di Gerusalemme e incontra popoli e storie diverse. La chiesa ha uno sguardo universale e non particolare. Il testo di oggi ci aiuta a pensare che Dio pone da sempre uno sguardo particolare sulla “malattia” dell’uomo, per liberarlo dal Male e per donargli la vita nuova dei figli di Dio. Questa “prigionia” riguarda l’intera umanità. La malattia non ha qualificazioni specifiche: è malattia fisica ma è soprattutto malattia morale. Ogni condizione schiavizzante deve essere rimossa. La Chiesa ha il compito sublime e supremo di essere il segno efficace del suo Signore, del suo desiderio di donare la vita divina nella Paternità di Dio a tutti gli uomini e a tutte le donne della terra. Per questo il compito della Chiesa è interamente assimilato alla persona, all’insegnamento e all’opera di Gesù, che è venuto non per giudicare ma per salvare.

Preghiamo

Preghiamo per la chiesa possa avere sempre uno sguardo universale.

3 pensieri su “martedì 14 luglio

  1. sr rita

    Pietro compie gli stessi miracoli di Gesù. Ma Gesù stesso lo aveva predetto: farete cose ancor più grandi. I nostri piccoli gesti di cura, oggi, sono la continuazione della carezza di Gesù. Aiutare gli altri ad alzarsi fa parte dell’opera creatrice di Dio. Ringrazio il Signore che mi permette di partecipare alla sua missione bella e generosa. Prego per alcuni Sacerdoti della mia diocesi di Paranguà che sono positivi al Covid 19.

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  2. sr Alida

    Pietro in nome di Gesù guarisce e risuscita che bello questo prendersi cura in nome Suo …Bello il dono che fa a ciascuno di noi di partecipare alla vita della Chiesa e continuare gli stessi gesti di Gesù ,si ,necessita ringraziare il Signore che ci offre questo dono di vivere e servire alla Sua missione …..Prego con voi per lo sguardo universale della Chiesa ,ed anche per il nostro ,perchè sia libero da ogni male nel servire .di cuore mi unisco alla preghiera di sr Rita per i sacerdoti ammalati ….Preghiamo e speriamo che questa pandemia termini al più presto .

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  3. Elena

    Lo sguardo di Gesù attraverso il mondo, uno sguardo che mai cessa di cercare chi è ammalato, chi è solo,, chi è differente e sofferente nel corpo e nell’anima. Lo sguardo di Gesù attraverso ciascuno di noi, sua chiesa, possa perpetuare il Suo amore e la Sua compassione per ogni uomo. Con questa stessa compassione preghiamo per la chiesa e per quanti si ammalano. I nostri piccoli gesti di cura possano rendere grazia e testimonianza ad un amore senza fine.

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